Consip, il siluro di Emiliano sul Pd: "Altri candidati si preoccupino"

Terremoto nel Pd. Nel mirino gli sms di Lotti e papà Renzi per sponsorizzare l'imprenditore indagato. Ma l'audizione del governatore slitta

Consip, il siluro di Emiliano sul Pd:  "Altri candidati si preoccupino"

"Io non intendo fare il congresso del Pd passando da testimone a imputato, ci sono altri che si devono preoccupare...". Michele Emiliano lancia un siluro sul Nazareno. Non fa nomi, ma in piena lotta per la leadership del partito lascia intendere affari illeciti che potrebbero legare altri candidati alle primarie del Pd all'inchiesta Consip. Le possibilità non sono molte. Perché i candidati, al di là del governatore della Regione Puglia, sono soltanto due: l'ex premier Matteo Renzi e il Guardasigilli Andrea Orlando. E il padre del primo è già indagato nella stessa inchiesta, insieme al ministro dello Sport (il renziano) Luca Lotti.

"Chiedete ad altri candidati perché persone a loro così vicine sono sottoposte a indagini". È una vera e propria bomba quella che Emiliano lancia dai microfoni di SkyTg24. L'incontro con il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pubblico ministero Fabio Palazzi era previsto per domani. Ma la data è stata cambiata all'ultimo perché il governatore ha una serie di impegni. Potrebbe vedersi il 6 marzo per far luce su alcuni sms tra il presidente della Regione Puglia e il ministro Luca Lotti dei quali ha parlato con il Fatto Quotidiano e nei quali si farebbe riferimento a Carlo Russo, imprenditore amico di Tiziano Renzi e ritenuto da chi indaga punto di contatto tra Alfredo Romeo e il padre dell'ex premier.

L'inchiesta è partita dalla procura di Napoli e una tranche di essa è arrivata a quella di Roma. È incentrata su presunti appalti pilotati alla Consip, la centrale degli acquisti della pubblica amministrazione, in favore di gruppi di imprese che, secondo chi indaga, facevano riferimento all'imprenditore Alfredo Romeo, che risponde dell'accusa di corruzione. Punto di connessione tra Romeo e Tiziano Renzi sarebbe appunto Carlo Russo, amico di famiglia del padre dell'ex premier. Nell'indagine risulta indagato anche Lotti che risponde di rivelazione di segreto e favoreggiamento e lo scorso 27 dicembre è stato interrogato dal pm Mario Palazzi. Il fascicolo vede indagati per rivelazione di segreto d'ufficio anche il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette e il generale di brigata dell'Arma Emanuele Saltalamacchia. Al centro dell'indagine una gara di facility management del valore di 2,7 miliardi (appalto FM4) bandita nel 2014 e suddivisa in svariati lotti, parte dei quali sarebbero stati destinati a società di Alfredo Romeo.

"Eccoli tutti gli sms con Russo: si interrompono nel 2015. Ed ecco il messaggino di Lotti che mi dice di incontrarlo". È lo stesso Emiliano a mostrarli al cronista del Fatto Quotidiano. Come gli fa vedere anche quelli che gli sono stati inviati dal padre di Renzi: "Ecco qui. Era lui che tentava di incontrarmi in un hotel a due passi da casa mia. Ma non ci siamo mai visti. Soddisfatto?". E così viene fuori che Lotti, indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto in una indagine che vede al centro proprio Russo e Tiziano Renzi, ci teneva che il governatore pugliese incontrasse e stesse "a sentire" l'imprenditore. "Vede - spiega Emiliano al cronista del Fatto - era ottobre 2014, Renzi era da poco premier, io scrivo a Lotti: 'Conosci un certo Carlo Russo che sta venendo a Bari a ‘sostenermi’ dicendo che è amico tuo e di Maria Elena Boschi?'. Lotti – continua – mi risponde laconico, come lei vede: 'Lo conosciamo'. Allora io insisto con questo altro messaggio: 'In che senso? Lo devo incontrare o lo devo evitare?'. E questa qui – conclude il governatore – è la risposta di Lotti: 'Ha un buon giro ed è inserito nel mondo della farmaceutica. Se lo incontri per 10 minuti non perdi il tuo tempo'".

Dopo averlo incontrato un prima volta e averlo velocemente liquidato al termine di una cena con il presidente della Confindustria di Lecce ("Diffidai a fiuto anche se diceva di essere amico di Matteo Renzi e di tutti i suoi uomini di fiducia"), va alla carica Tiziano Renzi. "Disse di riferirmi che aveva avuto un mandato da Matteo Renzi in persona a incontrarmi riservatamente per ‘trovare una quadra’, cioè per fare la pace ma – precisa Emiliano – parliamo di un anno prima rispetto alle conversazioni con Romeo". Nonostante il pressing del padre di Renzi, decide di non incontrare Russo dal momento che i rapporti con l'allora premier erano ormai rotti.

"Meno male che li ho conservati...", ha detto oggi Emiliano a SkyTg24.

"Un giornalista mi ha chiesto conto di alcune intercettazione nelle quali questo faccendiere mi invitava a casa sua - ha continuato - gli sms mi hanno consentito di dimostrare come questo signore mi sia stato accreditato come persona di fiducia di Lotti e della famiglia e dunque che io non avevo specifiche responsabilità per averlo incontrato due o tre volte. Altrimenti il Fatto avrebbe sostenuto la tesi che anche io avrei fatto parte di quel sistema di potere inquinato sul quale sta lavorando la magistratura".

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