Roma Un pacchetto da 350 poltrone è il piatto più prelibato per un ipotetico governo M5S-Lega. Si tratta, infatti, di nomine di derivazione politica nell'ambito delle Authority e delle società a partecipazione pubblica: un'opportunità da non fallire per insediarsi nei gangli del potere vero, quello dell'amministrazione.
Queste designazioni, di fatto, ridisegneranno il who's who dei palazzi nei prossimi anni. Ad esempio, il nuovo esecutivo dovrà scegliere il presidente dell'Authority dell'Energia i cui vertici sono in prorogatio da mesi. I presidenti dei due rami del Parlamento saranno chiamati poi nell'autunno prossimo a indicare il nuovo presidente dell'Antitrust che dovrà prendere il osto dell'uscente Giovanni Pitruzzella. Ma tanto la Lega quanto i Cinque stelle hanno obiettato sulla designazione del presidente Consob, Mario Nava, che è in distacco dalla direzione servizi finanziari dell'Ue. La sua posizione potrebbe essere in bilico ove mai «il governo del cambiamento» riuscisse a far funzionare lo spinterogeno. Altra pedina delicata da muovere sarà quella del direttore generale del Tesoro: il premier Gentiloni ha bloccato l'avvicendamento deciso dal ministro Padoan tra l'attuale titolare Vincenzo La Via e il capo della segreteria tecnica di Via XX Settembre, Fabrizio Pagani. È chiaro che il nuovo cancelliere dello scacchiere sceglierà un dirigente più vicino alle proprie posizioni. Ad esempio, se per caso avesse avuto qualche chance un ticket Sapelli-Siniscalco, sarebbe stato probabile un revival dei Reviglio-boys in auge fino a qualche anno fa. Sempre in autunno scadranno il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, e il segretario generale Carlo Magrassi.
Per quanto riguarda le partecipate il dossier più caldo riguarda la Cassa depositi e prestiti, vero «motore» dell'intervento pubblico (ultimamente in Tim, ma sono in molti a sperare in un coinvolgimento in Alitalia). Il presidente Claudio Costamagna e l'ad Fabio Gallia sono in uscita. La loro nomina attiene al periodo renziano e una conferma, al momento, ha pochissime chance non solo per questioni di compatibilità politiche. Segue la Rai dove il tandem Monica Maggioni-Mario Orfeo è arrivato anch'esso alle battute finali.
La nuova procedura di nomina e lo stallo politico potrebbero rappresentare l'occasione per alcune rentrée, non ultima quella dell'ex dg Campo dall'Orto. Da rinnovare pure i vertici di Gse, Invimit e Sogei dove i manager Sperandini, Spitz e Quacivi sono a fine corsa.
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