Bandiere palestinesi ai Pride e ai concerti: se la guerra diventa pop

Con la tutina in latex e circondata dai ballerini, Elodie ha sventolato il vessillo palestinese, così come Rose Villain al Pride: è il paradosso della popolarità a ogni costo

Bandiere palestinesi ai Pride e ai concerti: se la guerra diventa pop
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La causa palestinese ha perso il suo mordente nel momento in cui è diventata una moda, nel momento in cui chi cerca consenso ha capito che lo può trovare esibendo la bandiera della Palestina. È diventata una causa patinata alla quale i buoni tra i giusti sentono di dover prendere parte per non essere esclusi dai circolini, anche se non sono interessati, anche se non hanno mai capito le dinamiche del conflitto mediorientale. Ed è così che le bandiere della Palestina vengono sventolate in tutte le occasioni meno opportune, dai Pride ai concerti, ignorando perfino che quei contesti, per quelle culture, sono haram, ossia proibito e illecito secondo la Sharia.

Elodie forse lo ignora, o forse se ne disinteressa perché non è funzionale, ma quanto visto allo stado San Siro di Milano conferma la volontà, che per alcuni è perfino necessità, di interessarsi ad alcune cause solo perché in caso contrario avrebbero ripercussioni di popolarità, visto il target di riferimento. Inguainata in una tutina corta di latex, tra i ballerini e i coriandoli, Elodie ha sventolato la bandiera Palestinese, che in questo momento storico rappresenta Hamas. Pubblico esultante e popolarità preservata. Ma chissà cosa direbbero i gazawi, in prevalenza di relgione musulmana. Ma, soprattutto, è davvero utile sventolare una bandiera della Palestina al termine di un concerto, senza contesto? Appare, magari non è così ma la percezione è questa, come un gesto fine esclusivamente a se stesso e a chi lo fa. E purtroppo Elodie non è nemmeno l'unica.

Il Pride di Roma rapprsentanto un altro esempio in tal senso. Che i partecipanti abbiano sventolato i foglietti con le bandierine in quel contesto, e che lo abbia fatto anche Rose Villain, che per chi non lo sapesse è una cantante, da uno dei palchi della manifestazione, è la dimostrazione che chi lo fa non ha contezza della realtà locale.

La comunità Lgbtq è perseguitata da Hamas e da tutti i regimi islamici, invece di invocare la libertà per gli omosessuali nei Paesi in cui vige per loro la pena di morte o la tortura, si schierano dalla loro parte. È la contraddizione dei tempi moderni, dove il movimento woke ha preso il sopravvento sulla ragionevolezza.

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