
La notizia, appena abbiamo letto il titolo (a noi, come a tanti, bastano i titoli), ci ha indignato: «Rimini, a 14 anni gioca sull'altalena: mamma multata dai vigili».
Ma come? Siamo arrivati a multare un bambino che si diverte al parco? Solo perché un po' grandicello? Ma dove finiremo in questo Paese che scivola ogni giorno di più verso il baratro del fascismo?!
Poi per una volta abbiamo letto meglio. E le cose non stanno proprio così (le cose non stanno MAI proprio così). Il bimbo non era un bimbo, ma un ragazzotto di 14 anni, grande e grosso. Non stava giocando sull'altalena. La stava facendo volare sulle teste dei più piccoli. Anzi, dal verbale la stava usando «in modo pericoloso tale da mettere a repentaglio la sicurezza delle persone». E comunque il vigile ha spiegato al ragazzo che quello non era un uso corretto dell'altalena. Poi è successo che la madre del ragazzo ha risposto al vigile «Che problema c'è? Se si rompe la pago io». E infine, come non bastasse, ha minacciato di telefonare al marito poliziotto. E lì è scattata la multa.
Non ce l'abbiamo né coi vigili né coi bambini né con i ragazzi maleducati. Ma con certe mamme
Come quella che sui giornali si è lamentata perché un uomo in treno ha rimproverato i suoi figli (e non osiamo pensare cosa abbiano fatto).
Poi ha pubblicato una lettera che ha fatto il giro dei social. E infine l'hanno intervistata. A breve, temiamo, ci faranno una serie Sky. E poi arriverà un seggio in Parlamento.Cosa che in questo Paese patriarcale succede spesso.