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La Consulta francese dà il suo ok ai certificati. Ma blocca l'isolamento dei positivi asintomatici

Per i supremi giudici il green pass non è anticostituzionale: nessuna dittatura. La protesta non si placa e Macron annuncia il via alla terza dose di vaccini

La Consulta francese dà il suo ok ai certificati. Ma blocca l'isolamento dei positivi asintomatici

Tra scettici, favorevoli e contrari, la Francia politica resta divisa sul green pass. Ma da ieri chi scende in piazza non avrà più dalla sua l'argomentazione regina, usata da tre settimane contro il dispositivo voluto dal governo: la legge che avrebbe trascinato il Paese verso una «dittatura» sanitaria non è affatto anticostituzionale. Green pass esteso dunque dal 9 agosto pure a bar, ristoranti (anche dehors) e trasporti pubblici di lunga percorrenza, annuncia il portavoce del governo Gabriel Attal. Con una settimana di rodaggio (di fatto per scavallare Ferragosto ed evitare insurrezioni in spiaggia).

Proprio al Consiglio costituzionale spettava l'esame finale del disegno di legge sulla gestione dell'emergenza Covid, approvato dai due rami del Parlamento francese il 25 luglio. È arrivato un «Nì». I Saggi di Rue de Montpensier, interpellati da 74 parlamentari di vari schieramenti che contestavano le disposizioni dell'Eliseo, hanno validato il «passaporto» e l'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari che scatterà dal 15 settembre (data in cui dovranno aver ricevuto almeno una prima dose). Ma hanno «censurato» l'isolamento obbligatorio dei positivi al nuovo coronavirus: sarà una prescrizione medica, senza controlli di polizia al citofono.

Inoltre è stata rigettata la possibilità di risoluzione anticipata dei contratti a tempo determinato e ad interim nei confronti dei lavoratori senza green pass: in nome dell'uguaglianza (dato che non essere vaccinati non rappresenta un valido motivo per licenziare i dipendenti a tempo indeterminato), «discriminazioni» evitate e via libera alla legge.

Il pass fornirà la prova dell'avvenuta vaccinazione (con rilascio a una settimana dalla seconda dose, quattro settimane per Johnson & Johnson), della guarigione dal Covid da non meno di 11 giorni e non più di 6 mesi, o di test negativo inferiore alle 48 ore. I 9 giudici garanti dei principi di liberté ed égalité si sono pronunciati favorevolmente. Il green pass durerà fino al 15 novembre, salvo un voto parlamentare di proroga.

Tra le misure più criticate, non solo dalle piazze ma pure dai senatori gollisti (che hanno presentato uno dei 4 ricorsi), l'obbligo di presentare il green pass nelle strutture sanitarie. Sul punto, il Consiglio costituzionale ritiene che possa essere obbligatorio solo per accompagnatori e visitatori. E non sarà richiesto a chi si presenta al pronto soccorso.

Una delle principali censure dei Saggi riguarda poi l'isolamento delle persone con diagnosi di Covid-19. La Corte ha ritenuto l'isolamento obbligatorio di 10 giorni né «necessario», né «appropriato o proporzionato», poiché costituisce una privazione della libertà «senza una decisione individuale basata su una valutazione dell'autorità amministrativa o giudiziaria». Di fatto, il governo aveva messo in piedi una sorta di arresti domiciliari.

Dopo il ricorso presentato anche da socialisti, comunisti e sinistra antagonista della France Insoumise, un pronunciamento negativo della Corte avrebbe potuto ribaltare il calendario di entrata in vigore del green pass esteso. Tutto resta come stabilito dall'Eliseo: da lunedì, servirà anche per accedere a bar, ristoranti, trasporti pubblici di lunga percorrenza, treni e aerei (dal 30 settembre obbligatorio anche per i 12-17enni); dopo la già entrata in vigore per cinema, teatri e musei dal 21 luglio.

Attese oltre 200 mila persone in oltre 100 città dell'Esagono per la nuova protesta di sabato.

Da settembre, annuncia inoltre Macron, via alla terza dose di vaccino per anziani e soggetti fragili.

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