Coronavirus

Contagi stabili, ma c'è un picco di morti (501). Campania arancione, sperano Veneto e Trento

Otto regioni (tra cui la Lombardia) restano in rosso. E la Sicilia rischia

Contagi stabili, ma c'è un picco di morti (501). Campania arancione, sperano Veneto e Trento

Si scende, con lentezza. Dopo due giorni di dati parzialmente falsati dal pasticcio della Sicilia, che martedì non ha mandato dati e mercoledì ha comunicato mercoledì i numeri di due giorni, ieri si sono registrati 23.649 casi, più o meno gli stessi del giovedì della scorsa settimana, ciò che fa attestare il dato mobile sui contagi settimanali a 143.923, ovvero 241,31 ogni 100mila abitanti. Lo scorso 25 marzo il dato cumulativo dei precedenti sette giorni era di 147.300 (246,97 ogni 100mila abitanti). Il massimo della terza ondata risale al 17 marzo: 158.596 casi settimanali, 265,92 ogni 100mila abitanti. La discesa è chiara ma assai lenta.

Tonra a salire il dato più lugubre, quello dei morti (501 contro i 467 del giorno precedente). Il confronto tra i morti degli ultmi sette giorni (3.048) e quello della settimana 19-25 marzo (2.944) ha purtroppo ancora un saldo positivo. Continua per il terzo giorno una lieve ma più decisa diminuzione della pressione sugli ospedali, in particolare sulle terapie intensive occupate da pazienti Covid-19, che scendono da 3.689 (-29), mentre i ricoverati complessivi passano da 32.890 a 32.630.

Oggi è anche il giorno in cui la cabina di regia prenderà le decisioni sui cambiamenti di colore delle regioni, che peraltro per tutto aprile resteranno solo due: rosso o arancione. Attualmente in rosso ci sono Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Puglia, Campania e Calabria, oltre alla provincia autonoma di Trento. In base ai dati da noi elaborati di queste regioni in castigo soltanto la Campania dovrebbe scalare in arancione da martedì prossimo, avendo visto confermati nell'ultima settimana il dato mobile sui contagi (232,26 ogni 100mila abitanti) e quello sull'occupazione delle terapie intensive (25,81 per cento), entrambi sotto i livelli di guardia fissati dal ministero della Salute, rispettivamente 250 e 30 per cento. Anche il Veneto (sceso dal 25 marzo a ieri da 254,08 contagi ogni 100mila abitanti a 226,80, mentre l'occupazione delle terapie intensive è al 28,10 per cento) e il Trentino (da 279,42 a 224,05 ma con le rianimazioni al 52,22). Difficile invece che venga promossa la Toscana, che nell'ultima settimana ha visto peggiorare il dato sui contagi settimanali per 100mila abitanti da 247,80 a 264,80 (e terapie intensive al 42,60). Altre due regioni rosse hanno dati in continuo miglioramento e sperano nella prossima settimana: si tratta di Lombardia (scesa in sette giorni da 293,26 a 268,97 casi ogni 100mila abitanti, ma con le terapie intensive intasate ancora al 60,73 per cento) e Marche (da 284,33 a 248,63). Nessuna possibilità per le altre regioni di uscire dalla zona di massimo rischio.

Tra le regioni arancioni rischiano invece di finire in rosso la Sicilia, che sta peggiorando nettamente i suoi dati (in sette giorni da 111,11 a 158,35) e potrebbe essere punita per aver «aggiustato» i dati.

Stanno peggiorando a vista d'occhio anche Liguria e Sardegna.

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