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Conte archivia il vaffa e prepara il ko alle urne

L'ex premier già si giustifica: "Poco radicati sul territorio". Ma scorda l'exploit a Roma e Torino

Conte archivia il vaffa e prepara il ko alle urne

Ripete di nuovo che è finita l'era del Vaffa, mette le mani avanti sulla probabile sconfitta alle amministrative. Il leader del M5s parla alla festa del Fatto Quotidiano e disegna un Movimento sempre più lontano da Beppe Grillo, il Garante con cui il nuovo capo ha duellato per buona parte dell'estate. L'ex premier ci tiene a marcare le distanze tra il prima e il dopo. «Il Movimento del vaffa è stato il Movimento della prima ora, quello che doveva entrare nei palazzi, doveva sgomitare, forzare per entrarvi. Oggi quei toni veementi non hanno più ragione, possiamo argomentare le nostre ragioni e credo che dobbiamo dismettere i toni aggressivi», spiega il presidente dei Cinque Stelle. L'immagine è quella di un partito «radicale nei principi» e «moderato nei toni». Conte batte sul tasto della «cura delle parole», inserita anche nel nuovo Statuto votato a inizio agosto. D'altra parte dice: «Certo che sento Grillo, ci confrontiamo spesso». Il fondatore è da parecchio in silenzio sull'attualità politica, ma chi è in contatto con lui assicura che il suo ruolo di Garante gli offre sempre la possibilità di «intervenire ogni volta che vuole». Grillo si è riservato la prerogativa di contestare la linea contiana in qualsiasi momento. Magari con una fiammata improvvisa, come piace a lui. Conte è atteso da molte sfide interne. A partire dal finanziamento del nuovo M5s. I contributi dei parlamentari latitano e c'è da costituire e poi foraggiare l'impianto di un partito tradizionale. Comprese le spese per la nuova sede nel centro di Roma. E in tempi stretti l'ex premier dovrà chiudere il cerchio sulle nomine interne e sciogliere il nodo del terzo mandato. A settembre l'ex premier girerà l'Italia. Il tour, già in programma, è stato annunciato con un post sul sito del Movimento. Si parte oggi da Napoli insieme al candidato giallorosso Gaetano Manfredi. L'8 settembre Conte sarà a Milano, il 10 a Bologna e l'11 a Torino. Il viaggio continuerà per tutto il mese con altre tappe da definire, «per incontrare i cittadini e supportare i candidati sindaci del M5s».

Nel frattempo è partita l'analisi della sconfitta, ancora prima del voto alle comunali del 3 e 4 ottobre. Il presidente pentastellato mette le mani avanti. «Alle amministrative il M5s ha avuto sempre difficoltà, ha avuto poco radicamento sul territorio e storicamente risultati molto modesti», ammette. Eppure il 5 giugno del 2016, in occasione del voto nelle città, il Blog delle Stelle, allora organo ufficiale del Movimento, rivendicava con orgoglio: «Il Movimento 5 Stelle è la forza politica nazionale più presente sul territorio». Oggi invece si contano le defezioni. Anche nei capoluoghi come Benevento e Caserta, dove i grillini non hanno presentato la lista. A differenza di ciò che dice Conte, la scalata del M5s verso il governo è stata anticipata, cinque anni fa, dalle clamorose vittorie solitarie a Roma e Torino con Virginia Raggi e Chiara Appendino. Nel 2012 l'entrata in Parlamento è stata preceduta dal trionfo a Parma di Federico Pizzarotti. Ora i Cinque Stelle sperano di vincere soltanto nelle città in cui supportano i candidati di centrosinistra.

L'era del Vaffa è finita, ma le cose non vanno meglio di prima.

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