Conte assolve Ricci "No a passi indietro"

Il leader M5s fa il king maker del campo largo e dà le carte al Pd. La Schlein: "Ora insieme a vincere"

Conte assolve Ricci "No a passi indietro"
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Era l'avvocato del popolo italiano, è diventato la "Cassazione" del campo largo. Nel senso che è Giuseppe Conte a sbloccare l'impasse sul candidato governatore per la Regione Marche Matteo Ricci, del Pd, indagato a Pesaro per l'inchiesta Affidopoli. Visto, si stampi. Insomma, il leader del M5s continua a fare e disfare la tela del fronte progressista. Dopo un po' di tira e molla, con i dem col fiato sospeso in attesa della decisione dell'ex premier, che avrebbe potuto penalizzare il risultato del centrosinistra alle prossime regionali marchigiane, è arrivato il via libera. Ad aggiungere solennità al tutto, lo scenario scelto da Conte per l'annuncio. Una conferenza stampa, a favore di taccuini e telecamere. "Non ci sono ragioni per chiedere un passo indietro a Matteo Ricci", chiarisce il leader pentastellato, ringalluzzito dal ruolo di king maker del campo largo. E ancora Conte, riferito a Ricci: "Non ci sono elementi a carico della sua colpevolezza". "Abbiamo apprezzato che non ci sia stata la tentazione di urlare alla giustizia ad orologeria e che Ricci non si sia avvalso della facoltà di non rispondere. Ora la procura farà il suo lavoro e noi ci fidiamo del lavoro della magistratura", argomenta l'ex premier. Che poi mette le mani avanti, già rispondendo alle probabili accuse di piroettare sui temi della giustizia, con un garantismo a corrente alternata. "Il M5s ha scelto di tutelare in modo rigoroso i principi della buona politica: il rispetto della legalità e dell'etica pubblica. Questo impegno è il nostro dna: è una vocazione costitutiva del M5s, ma siamo anche consapevoli che dobbiamo distinguere da responsabilità politica a penale", volteggia Conte. Quindi passa a dettare condizioni: "Chiederemo a Ricci per rafforzare i principi di legalità l'adozione del protocollo di legalità: che vengano adottati presidi per controllo più efficace del sistema degli affidi diretti". Elly Schlein, tra i mugugni della minoranza dem che la accusa di andare a traino degli ex grillini, si limita a esultare con un commento stringato. "Bene che anche il M5s abbia confermato il supporto a Ricci, adesso andiamo a vincere insieme nelle Marche", dice la segretaria del Pd. "Io non condivido l'approccio dei Cinque Stelle su questo tema perché sembrano quasi decidere sulla base di una loro valutazione, che è legittima ma non la mia, chi si deve dimettere e chi no", premette Matteo Renzi. Che dopo tira le somme: "Oggi Conte dice con Ricci ci siamo anche noi. Bene". Anche Riccardo Magi, Più Europa, tira un sospiro di sollievo, ma non risparmia la zampata velenosa al M5s: "È auspicabile che nessuno assuma atteggiamenti di superiorità morale". Il diretto interessato, Ricci, festeggia: "Ho molto apprezzato Giuseppe Conte sulle Marche e concordo con lui nel rafforzare in Regione i presidi di legalità, trasparenza e di controllo su affidamenti diretti, nomine e consulenze. Ringrazio il M5s, ora riparte la campagna. Cambiamo le Marche insieme".

Ma il vero vincitore politico è Conte, che ha tenuto appeso il campo largo. Lo stesso ex premier che respinge le accuse di barattare il sostegno a Ricci in cambio del via libera a Roberto Fico in Campania. "Se ci fosse un collegamento minimo fra Ricci e la candidatura che stiamo valutando in Campania significherebbe che il M5s fa mercimonio e significherebbe che sono un buffone", taglia corto il presidente dei Cinque Stelle. Intanto tiene alta la suspence per le alleanze nelle altre regioni al voto.

Coalizioni uguali dappertutto? "No, non lo posso garantire", risponde. E in Toscana? "Bisogna capire se ci sono le condizioni" per sostenere il bis di Giani. Beppe Sala, invece, "deve dimettersi". Conte appoggia Ricci ma vuole dare le carte al Pd.

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