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Conte tra Aventino e Segre. Però i suoi tifano Mattarella

Le mosse dell'Avvocato non convincono i grillini E così rispunta pure Toninelli: "Sergio resti al Colle"

Conte tra Aventino e Segre. Però i suoi tifano Mattarella

«Da queste riunioni non esce mai nulla, molti cominciano a essere stanchi di questo immobilismo», dice una fonte di primo piano del M5s nel pomeriggio a proposito dei continui vertici della «cabina di regia» sul Quirinale convocati da Giuseppe Conte. I ministri, i cinque vicepresidenti e i quattro coordinatori dei comitati politici si stanno incontrando con il leader a cadenza quasi quotidiana, ma il partito di maggioranza relativa nell'attuale Parlamento continua a giocare di rimessa.

Nelle ultime ore, dopo le parole di Goffredo Bettini al Corriere della Sera, si sono rincorse le voci su un Conte che sarebbe disposto perfino a una rottura con gli alleati del Pd pur di riuscire a entrare in un nuovo governo o andare alle elezioni anticipate. Così le uniche soluzioni che si possono avanzare sono temporanee, simboliche, dei paraventi in attesa che si sciolgano i nodi all'interno del centrodestra. L'avvocato tiene aperto il canale con il leader della Lega Matteo Salvini, però oggi prenderà parte a un nuovo vertice di coalizione con il segretario dem Enrico Letta e Roberto Speranza per Liberi e Uguali. Due le opzioni immediate sul tavolo. Strategie di cui si è parlato anche nella cabina di regia di lunedì sera con lo stato maggiore del M5s. La prima strada, da verificare con il resto dei progressisti, è una candidatura di bandiera della senatrice a vita Liliana Segre. Un nome che circola da settimane negli ambienti vicini a Conte, una figura simbolica da opporre a Silvio Berlusconi se il Cavaliere decidesse di correre a partire dalla quarta votazione. Si tratterebbe più che altro di un modo per prendere tempo, perché la stessa Segre ha ribadito più volte pubblicamente di non voler essere coinvolta nella partita per l'elezione del nuovo Capo dello Stato. L'altra ipotesi al vaglio è l'uscita dall'Aula nel caso rimanesse in campo la candidatura di Berlusconi. «Con l'Aventino dimostreremmo debolezza», dice un parlamentare di prima fascia. In subordine c'è l'indicazione di votare scheda bianca.

Oltre a Segre, si starebbe riflettendo su una rosa di nomi della società civile, «personalità alte», tra giuristi di prestigio e icone antimafia.

E allora le trattative vere si muovono su binari paralleli. C'è sempre l'ipotesi del Mattarella bis. Molto gradita a molti parlamentari perché avrebbe l'effetto di congelare lo status quo. Abbastanza sgradita a Conte per lo stesso motivo. Il senatore Danilo Toninelli si fa portavoce delle istanze di tantissimi colleghi: «Proporre al Parlamento, al popolo italiano, un Mattarella bis, significa garantire la continuità nella lotta al Covid e nell'attuazione del Pnrr». Sullo sfondo l'elezione di Mario Draghi, uno spauracchio per gli eletti, una strada ancora percorribile per Conte. Sull'ex governatore della Bce al Colle il sentiment dei parlamentari è pressoché unanime: «Con Draghi il M5s imploderebbe in mille pezzi». «Se Draghi andasse al Colle per noi ci sarebbero grossi problemi», chiosa Toninelli. Poi ci sono i contatti con Salvini, che medita di proporre delle alternative di centrodestra se Berlusconi decidesse di non correre. Ma nelle chat è partita subito la rivolta di fronte a nomi come Letizia Moratti o Giulio Tremonti. Intanto il M5s perde un altro pezzo al Senato. Elvira Evangelista abbandona un gruppo in preda al caos e si iscrive al Misto.

«Ora voterò in scienza e coscienza, senza diktat di partito», dice all'Adnkronos.

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