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Lo scoglio che rischia di azzoppare Conte

Conte ha bisogno del 70% dei voti per approvare il suo statuto e conquistare la leadership; in caso contrario sarà per lui l'ennesimo flop

Lo scoglio che rischia di azzoppare Conte

La conquista del Movimento 5 Stelle da parte di Giuseppe Conte non sembra in discesa. All'ex premier non basta l'investitura del garante Beppe Grillo e, ormai, il tesoretto di consensi che deteneva in qualità di presidente del Consiglio si è consumato. L'atteggiamento tenuto da Conte nei giorni precedenti in merito alla riforma della giustizia non è piaciuata a molti grillini. Il "grande bluff" dell'ex premier nei confronti di Mario Draghi potrebbe aver ulteriormente eroso la popolarità dell'avvocato tra i pentastellati ma questo lo si saprà solo tra qualche giorno, quando ci sarà il primo vero voto del M5s guidato da Giuseppe Conte, che sottoporrà lo statuto alla base. Per il leader in pectore non sarà una passeggiata e anche i contiani hanno il pallottoliere in mano per capire se quella di Conte sarà una vittoria piena o spuntata.

La base del M5s è chiamata al voto il 2 e il 3 agosto sulla nuova piattaforma Skyvote, nata dopo il divorzio da Rousseau e Davide Casaleggio. Questa sarà la prova del nove per Giuseppe Conte per valutare il suo effettivo peso politico all'interno del MoVimento. Al primo turno, l'ex premier deve ottenere la maggioranza tra gli aventi diritto al voto, ossia gli iscritti da almeno 6 mesi. A questa votazione non prenderanno parte quelli che, pur avendone diritto, non hanno effettuato l'accesso all'ex piattaforma Rousseau negli ultimi 15 mesi. Si tratta di una platea piuttosto bassa e Marco Antonellis su Italia oggi sottolinea che non è così scontato il target del quorum. Nel caso non venga raggiunto, si tornerà al voto il 5 e il 6 agosto e stavolta a Conte sarà sufficiente raggiungere la maggioranza più uno dei votanti.

Ottenere la maggioranza non dovrebbe essere un problema per Giuseppi ma anche i suoi sostenitori più convinti non sono poi tanto certi che per lui arrivi un vero plebiscito. Per un'elezione senza macchie e senza l'ombra di polemica, che gli assegni in maniera indiscussa la leadership del partito, Giuseppe Conte deve raggiungere almeno il 70% dei consensi. E non è certo semplice per lui, vista la situazione. "La forza di Conte all'interno del Movimento dipenderà proprio da quanti voti prenderà il nuovo statuto, con quanti voti verrà accettato dalla base", ha spiegato un nome pesante del M5s a Marco Antonellis. Va da sé che nel caso in cui l'ex premier superi il 70% al primo turno il suo ruolo all'interno del partito sarà pienamente legittimato, al contrario di un passaggio con maggioranza semplice al secondo turno.

Ottenere più del 70% dei voti per Giuseppe Conte vuol dire acquisire forza e rispettabilità anche all'interno della maggioranza e davanti a Mario Draghi, che in questo momento non sembra tenere in grande considerazione il leader in pectore del M5s. Così si spiega la campagna pubblicitaria a tappeto suo social da parte dell'ex premier, che sta premendo sull'acceleratore per sponsorizzare il suo statuto di circa 40 pagine per ottenere l'approvazione della base. Se non dovesse superare lo scoglio del 70% dei voti sarebbe un leader senza leadership, azzoppato e con poca influenza nelle dinamiche del partito.

Si aggiungerebbe alla seconda sconfitta in pochi giorni, un risultato decisamente deludente.

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