Politica

Ieri alla Camera oggi al Senato. Ma Conte si è corretto 8 volte

La linea resta la stessa rispetto a quella tenuta ieri alla Camera, tranne che per qualche piccola ma sostanziale modifica

Ieri alla Camera oggi al Senato. Ma Conte si è corretto 8 volte

Il capo del governo Giuseppe Conte si è pronunciato questa mattina in Senato. Nessun radicale cambiamento è stato fatto rispetto al discorso di ieri pronunciato alla Camera dei Deputati. Sono da annoverare però delle piccole ma significative modifiche: tutte volte all'ampliare i consensi dato il voto di fiducia di questa sera. Si saprà se il governo avrà ancora la fiducia, presumibilmente, dopo le 20:30. "Più del voto contano idee e progetti" è stato infatti il leitmotiv del Presidente del Consiglio.

Come fa notare il Corriere della Sera è possibile contare ben 8 differenze tra i due momenti in cui si è espresso: dall'acuirsi delle parole nei confronti di Matteo Renzi fino ai temi della politica internazionale o della questione meridionale.

Il leader di Italia Viva, che oggi parlerà anche lui, continua a non essere mai chiamato per nome. Conte preferisce utilizzare perifrasi come "é davvero molto complicato governare con chi ti accusa di immobilismo e di correre troppo, di non governare e di governare troppo" . Torna spesso su temi come la sburocratizzazione e i commissari per le opere, ovvero la materia che più lo ha diviso da Italia Viva.

Se ieri, inoltre, sembrasse che Cina e Stati Uniti fossero stati considerati equivalenti, oggi, a causa delle forti critiche piovute dai banchi dell'opposizione, la potenza asiatica è stata declassata e messa sullo stesso piano del lavoro unitario con gli altri partner del Vecchio Continente.

Per quanto riguarda invece la legge elettorale ha affermato la necessità di un sistema proporizionale affermando che è necessario riconoscere le sensibilità diverse della nazione, rifiutando in maniera netta il maggioritario. Per garantire dunque la tanto agognata stabilità, per il Premier, è fondamentale che tutti siano rappresentati e che ci siano accordi chiari, prima e dopo, le elezioni. Il tutto apparentemente senza una soglia di sbarramento.

Il momento in cui Conte ha subito più critiche è stato però quando ha tentato di aggiustare il tiro, rispetto a ieri, cercando di rendere ancora più nascosta, la sua richiesta di trasformismo: "i voti contano e sono importanti ma sono molto più importanti le idee e i progetti".

Nessun cenno invece al "recupero dei ritardi degli ultimi venti anni" , che invece ha pronunciato ieri.

Per quanto riguarda le aggiunte, invece,

608px;"> è stato dato maggiore spazio alla questione meridionale ed è stata consolidata l'assoluta volontà del governo di lottare contro le rendite di posizione.

Commenti