Coronavirus

Conte sfida gli scienziati "Va salvato il cenone"

L'ala dura del governo resta contraria, ma Boccia apre: "Vedremo i dati". Vaia: "Basta catastrofisti"

Conte sfida gli scienziati "Va salvato il cenone"

Roma. Salvate Babbo Natale, questa la mission impossible del premier. Salvate i cenoni, con pochi intimi certo, salvate le calze sul caminetto, i regali dei nonni e magari, chissà, il veglione di Capodanno. La Befana si vedrà. L'obbiettivo è ambizioso, difficile, rischioso e anche molto popolare. Per riuscirci, Giuseppe Conte punta tutto sull'indice Rt: se il parametro di diffusione scenderà sotto l'1, spiegano fonti di Palazzo Chigi, vorrà dire che le misure prese funzionano, che la curva dei contagi si starà piegando, che si potrà mollare un po' la stretta, modificare gli orari, riaprire bar e ristoranti. Forse persino cancellare il coprifuoco notturno: parlarne adesso sembra fantascienza, visti i numeri e la situazione degli ospedali, però in quaranta giorni può succedere di tutto. Anche di ripetere gli errori dell'estate.

E infatti nel governo non tutti sono d'accordo con Conte propenso a sbracare, anzi l'ala dura già promette battaglia. «Togliere il confinamento serale? Per decidere aspettiamo i dati - avverte Francesco Boccia - ma la nostra priorità resta quella di mettere in sicurezza in Paese dal punto di vista sanitario. Dovrà essere perciò un Natale sereno e coscienzioso. Noi saremo rigorosi». Ancora più rigido Dario Franceschini: «Dobbiamo state attenti. Tra messe, tavolate, viaggi e shopping, quello è il periodo perfetto per rinfocolare il virus. Se rimuoviamo i provvedimenti di contenimento, rischiamo di ripetere il disastro di Ferragosto».

Il punto verrà fatto all'inizio del mese prossimo, dopo la scadenza dell'ultimo Dpcm, il 3 dicembre: se tra Sant'Ambrogio e l'Immacolata il Covid avrà rallentato la corsa, il governo sfiderà forse l'ira degli scienziati e allenterà le restrizioni. Poco, quanto basta per «restituire serenità alle famiglie». Non sarà comunque una scelta facile perché ancora una volta Palazzo Chigi sarà sballottato da spinte contrapposte, strattonato, indeciso. Da una parte le aziende e i commercianti che non vogliono perdere anche un'altra stagione e le Regioni che temono la crisi e ripercussioni sociali, dall'altra Cts e ministero della Salute che hanno paura di un nuovo cedimento di Conte. «Passeremo le feste con prudenza - spiega Walter Ricciardi - senza assembramenti. Proseguiranno le restrizioni in base ai colori. Occorre responsabilità e intelligenza». Ma per Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, «basta catastrofisti, il popolo italiano non ha bisogno di minacce e messaggi oscurantisti: se continuiamo così, ce la faremo e a Natale potremo vedere in sicurezza i nostri cari».

La discussione si preannuncia accesa. «A Palazzo Chigi di togliere il coprifuoco a Natale non ne abbiamo ancora parlato - racconta Teresa Bellanova all'Ospite su Sky Tg24 - ma non è una questione di essere favorevoli o contrari. Si tratta di lavorare per arrivarci con una condizione sanitaria molto migliore di adesso». A quel punto si può pensare di fare qualcosa. Non però un tana libera tutti, dice la responsabile dell'Agricoltura. «Abbiamo visto cosa ha comportato l'allentamento estivo, con l'apertura delle discoteche e la mancanza di distanziamento. Non facciamo il bis. Piuttosto, diamoci da fare per abbassare i contagi». Niente aperture folli ma nemmeno altre chiusure, così la pensa Lorenzo Guerini. «Per le feste non serviranno nuove misure, gli italiani si stanno già comportando con grande senso di responsabilità.

È un momento difficile, combattiamo un nemico temibile, però non c'è bisogno di regole per come vivere il Natale, le persone sanno farlo da sole».

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