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"La miccia e poi...". Conte e i suoi cercano l'incidente in Aula

Pressing nel Movimento 5 Stelle per l'appoggio esterno al governo: si valuta un passo di lato. Ma Letta avverte: "Così finisce la legislatura"

"La miccia e poi...". Conte e i suoi cercano l'incidente in Aula

"La miccia e poi...". Il sostegno al governo guidato da Mario Draghi era stato garantito anche dopo la scissione innescata da Luigi Di Maio, ma gli eventi delle ultime ore hanno cambiato le carte e ora il Movimento 5 Stelle non esclude una sorta di pugno duro nei confronti dell'esecutivo. Tra le fila grilline è insistente un certo pressing per fare un passo indietro, per sfilarsi dalla maggioranza. Un'opzione che, nonostante le smentite di facciata, è all'attenzione dei vertici del M5S.

L'ipotesi appoggio esterno

Stando a quanto appreso dall'Adnkronos, i piani alti del Movimento starebbero accarezzando l'idea di compiere un passo di lato: in tal caso si garantirebbe l'appoggio esterno all'esecutivo, ma nei fatti ci si tirerebbe fuori. Qualora si dovesse arrivare a una mossa del genere, bisognerebbe individuare una miccia per dare il "benservito" al presidente del Consiglio e per far percepire il malessere ormai diffuso.

Tuttavia non si è fatta attendere la smentita: dagli ambienti grillini viene riferito che Conte, nell'incontro di ieri al Quirinale con il presidente Sergio Mattarella, avrebbe escluso l'uscita del Movimento dal governo per passare a un appoggio esterno. "La voglia di metterci fuori dal governo è evidente", è però la lamentala che continua a provenire dalle truppe pentastellate.

Da parte di Enrico Letta è arrivato un avvertimento senza mezzi termini: il segretario del Partito democratico ha fatto notare che eventuali appoggi esterni o cambi di squadra nel governo "comporterebbero probabilmente la fine della legislatura". A suo giudizio "è inopportuno" fare discussioni su modifiche della maggioranza e della squadra di governo.

L'incidente in Aula

Quale potrebbe essere il casus belli per voltare le spalle a Draghi e al suo governo? Se dovesse arrivare la fiducia sul decreto Aiuti, che contiene la norma che spiana la stada al termovalorizzatore di Roma, si potrebbe assistere a uno strappo pericoloso con conseguenze imprevedibili. Proprio ieri le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno bocciato l'emendamento M5S che tentava di modificare l'articolo del dl Aiuti che getta le basi per la costruzione del termovalorizzatore nella Capitale.

La lite Conte-Draghi

Tra la base e gli eletti serpeggia un certo malumore, sintomo di come la presenza nel governo provochi una forte insofferenza nell'elettorato. Giuseppe Conte lo sa bene e potrebbe cogliere al balzo le voci secondo cui il premier Draghi avrebbe telefonato a Beppe Grillo per chiedergli di cacciare l'avvocato. Da Palazzo Chigi negano, ma i vertici 5 Stelle fanno notare che la smentita è stata "tardiva" e dunque viene considerata "impossibile prenderla per buona".

Il premier Mario Draghi ha provato a gettare acqua sul fuoco, annunciando di aver già parlato con Conte e di aver avviato un percorso di chiarimento. Si attende una riappacificazione definitiva, ma allo stato attuale non è stato ancora fissato un appuntamento tra i due. Magari oggi potrebbero concordare il giorno esatto in cui confrontarsi a quattrocchi.

Il rapporto con Grillo

E nel frattempo Beppe Grillo? Il comico genovese ha terminato il suo show, ha negato frizioni con Giuseppe Conte ma ha lasciato un M5S ancora ingolfato. Il co-fondatore e l'ex presidente del Consiglio sono in costante contatto, con l'incognita governo che pesa sempre di più. Sul tavolo c'è infatti anche la scelta da adottare nell'ambito del sostegno all'esecutivo.

"Ovviamente i parlamentari hanno un potere decisionale autonomo, ma comunicativamente sarebbe più complesso gestirla", fa notare un big del Movimento 5 Stelle.

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