Guerra in Ucraina

Contraerea e lanciarazzi, le armi italiane

Le ipotesi sul tavolo: Aspide e Spada. Con altri sistemi di lancio multipli

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Il segreto continua a imperversare. E gli armamenti italiani ad arrivare. Nel consueto clima di riservatezza che circonda la questione da ben 15 mesi il ministro della Difesa Guido Crosetto ha illustrato ieri al Copasir (l'organo di controllo parlamentare sull'operato dei servizi segreti) il nuovo decreto per l'invio di armamenti all'Ucraina su cui lavora il governo. Si tratterebbe del settimo decreto, in totale, dall'inizio del conflitto e del secondo firmato dall'esecutivo di Giorgia Meloni dopo quello di febbraio.

Il nuovo decreto, da quanto si è capito, dovrebbe avere due funzioni. La prima è garantire la continuità dei flussi di materiale fino alla fine dell'anno anche in vista della tanto annunciata controffensiva di Kiev. La seconda è la necessità di adeguarsi alle richieste del Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin che lo scorso 25 maggio, nel corso della videoconferenza con gli omologhi dei 50 Paesi coinvolti nelle forniture a Kiev, ha sollecitato l'invio di sistemi di difesa aerea in grado di contrastare missili e droni russi.

Dunque da quel poco che trapela l'Italia potrebbe intensificare le forniture proprio in quel settore. La novità più allettante per Kiev riguarderebbe ovviamente il modernissimo e costosissimo sistema anti-aereo Samp-T già messo a disposizione, in collaborazione con la Francia, grazie al decreto dello scorso febbraio. Ma vista la complessità di una nuova intesa con la Francia e i costi del Samp-T - circa 500 milioni di euro - è più probabile che il nuovo decreto si limiti a garantire parti di ricambio o altri missili (al costo di due milioni l'uno) per il sistema già assegnato.

Sul fronte della difesa aerea l'Italia potrebbe però replicare o moltiplicare le forniture degli altri due sistemi antiaerei che - stando al sito olandese Oryx realizzato con informazioni provenienti dai campi di battaglia dell'Ucraina - avremmo già messo a disposizione di Kiev. Il primo è lo Skyguard Aspid un sistema meno evoluto del Samp-T, ma assai meno costoso e in grado comunque di eliminare missili e droni in arrivo grazie all'utilizzo sincronizzato, e completamente computerizzato, di due o più batterie dotate di testate Aspide. Il secondo riguarderebbe un possibile raddoppio delle forniture del vecchio sistema Spada che, stando a Oryx, l'Italia avrebbe già fatto arrivare in precedenza a Kiev. Basato, al pari dello Skyguard, sull'impiego di missili Aspide, ma dotato di un radar con una portata di 60 chilometri, il sistema Spada 2.000 consente di tracciare fino a 100 bersagli contemporaneamente. Sulla pregressa fornitura all'Ucraina di questo sistema d'arma risalente agli anni '80 circolano però pareri discordanti. Mentre Oryx la dà per certa, fonti italiane smentiscono che sia mai partita.

Per quanto riguarda gli altri sistemi il nostro Paese potrebbe esser stato sollecitato, sempre nell'ambito delle esigenze legate alla prossima controffensiva, a contribuire con nuove forniture di lanciarazzi multipli Mlrs. Secondo l'«Arms Transfer Database» pubblicato dall'istituto di ricerca svedese Sipri il nostro Paese avrebbe già fornito nei mesi scorsi due sistemi di lanciarazzi multipli M-270A1. Simili a quelli garantiti da Usa e Gran Bretagna per ampliare il raggio d'azione dell'artiglieria di Kiev. Il Mlrs M-270A1 ha 12 tubi di lancio da 227 millimetri in grado di sparare razzi M26 da 308 kg con testate dotate di sub-munizioni.

Ogni razzo contiene ben 644 bombette M77, pesanti 230 grammi, ma capaci di perforare 100 millimetri d'acciaio, colpendo dall'alto i carri armati e blindati nemici.

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