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Contratti con la Moby. Grillo indagato: avrebbe chiesto ai 5s aiuti per l'armatore. Gdf alla Casaleggio

Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle utilizzato come braccio operativo degli affari privati di Beppe Grillo

Contratti con la Moby. Grillo indagato: avrebbe chiesto ai 5s aiuti per l'armatore Gdf alla Casaleggio

Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle utilizzato come braccio operativo degli affari privati di Beppe Grillo, con deputati e senatori pronti a tradurre in atti parlamentari e proposte di legge le iniziative necessarie a tenere a galla uno dei suoi clienti più facoltosi: Vincenzo Onorato, l'armatore della Moby. È questa la ipotesi d'accusa che ha portato la Procura di Milano a incriminare e perquisire sia Grillo - definito negli atti «fondatore e Garante del Movimento 5 Stelle - che Onorato, accusati di traffico illecito di influenze. Viene perquisita anche la Casaleggio e associati, destinataria di finanziamenti ancora più corposi da parte dell'armatore napoletano.

Nel decreto di perquisizione emesso dai pm milanesi Maurizio Romanelli e Cristina Roveda e eseguito ieri dalla Guardia di finanza si parla testualmente delle «relazioni effettivamente esistenti ed utilizzate da Giuseppe Grillo, su espresse richieste di Vincenzo Onorato, nell'interesse del gruppo Moby con pubblici ufficiali» («parlamentari», precisa il comunicato della Procura. Siamo di fronte, scrivono i pm, ad una «mediazione illecita operata da Giuseppe Grillo in quanto finalizzata ad orientare l'azione pubblica dei pubblici ufficiali in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby». Secondo quanto emerge dalle carte dell'inchiesta milanese, le pressioni di Grillo sui «suoi» parlamentari non rimangono infruttuose. «Grillo - è la premessa- ha ricevuto da Onorato richieste di interventi a favore di Moby che ha veicolato a parlamentari in carica appartenenti a quel movimento politico (il Movimento 5 Stelle, ndr) trasferendo quindi al privato (Onorato, ndr) le risposte della parte politica o i contatti diretti con quest'ultima». I parlamentari grillini, insomma, si mettono a disposizione del capo. Che per questo ruolo è accusato dalla Procura milanese di avere incassato 240mila euro tra il 2018 e il 2020, quando il suo partito era al governo sia nel Conte 1 che nel Conte 2. Un milione e duecentomila euro vanno nello stesso periodo alla Casaleggio e associati. Il tema che fa da sfondo all'inchiesta dei pm milanesi è quello, ampiamente noto, della crisi del gruppo guidato da Vincenzo Onorato, arrivato sull'orlo della bancarotta sotto il peso di una esposizione da quasi mezzo miliardo. Per evitare il crac e le sue ricadute sociali - sia per l'occupazione a Napoli che per i collegamenti navali con le isole - si sono mossi alla luce del sole politici di diversi orientamenti, 5 Stelle compresi. Ma l'inchiesta che piomba sul Movimento a meno di una settimana dal voto per il Quirinale apre scenari nuovi. In mano agli inquirenti ci sono le chat che intercorrono tra Grillo e Onorato e che raccontano come l'ex comico fornisse in presa diretta all'amico e cliente il resoconto delle iniziative che i parlamentari M5S prendevano a suo favore. Un caso quasi da manuale del reato di traffico di influenze, il reato che punisce con pene fino a quattro anni e mezzo di carcere chi si «fa dare o promettere denaro o altra utilità, come prezzo della propria mediazione illecita verso un pubblico ufficiale».

L'inchiesta che viene alla luce ieri prende spunto da un'altra indagine a alto impatto politico, quella condotta dalla Procura di Firenze sui rapporti tra Onorato e Open, la fondazione di Matteo Renzi. Gli inquirenti toscani acquisiscono le chat di Onorato, e lì insieme a quelle con l'entourage renziano saltano fuori quelle con Beppe Grillo. Questa parte delle chat dell'armatore viene inviata per competenza territoriale alla procura di Milano, dove hanno sede sia la Moby che la Casaleggio.

Qui le chat si incrociano con un materiale che la Procura milanese ha già accumulato indagando sul dissesto della compagnia di Onorato, di cui la stessa Procura ha chiesto il fallimento. Il consulente incaricato dalla procura di analizzare la contabilità della Moby, Stefania Chiaruttini, ha già inviato una sua relazione in cui evidenzia alcuni pagamenti anomali in cui si è imbattuta: sono quelli a Grillo, a Casaleggio e - in misura minore - al governatore di una importante regione del Nord. A fornire una spiegazione precisa del senso di quei pagamenti provvedono le chat che arrivano da Firenze. Il meccanismo è costante: Onorato indica a Grillo una sua necessità, Grillo si rivolge ai suoi parlamentari, poi relaziona Onorato: missione compiuta.

Ieri nelle sedi della Beppe Grillo srl in piazza della Vittoria a Genova e della Casaleggio in via Visconti di Modrone a Milano arrivano le «fiamme gialle» a perquisire computer, chiavette cloud, automobili, alla ricerca di qualunque documento sui rapporti con Onorato. Ma intanto si annuncia inevitabile l'analisi dei lavori parlamentari, incrociando le chat con i calendari delle attività in particolare della Commissione trasporti ma anche delle attività governative.

Il provvedimento più caro a Onorato, la proroga del contratto di servizi per i trasporti con le isole, è stato varato quando il ministro era il grillino Toninelli, ma confermato anche dall'attuale titolare Enrico Giovannini. Ma quanti altri favori ha nel frattempo ricevuto la Moby grazie ai grillini?

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