Contratto alla Gabanelli scontro Cda-vertici Rai: "Così ci delegittimano"

L'ira di Diaconale e Siddi, i dubbi della Borioni sul dg Campo Dall'Orto. Oggi la resa dei conti

Contratto alla Gabanelli scontro Cda-vertici Rai: "Così ci delegittimano"

Scrive Dagospia che «un'assunzione di Milena Gabanelli in Rai sarebbe da celebrare con una piedigrotta di fuochi artificiali». Lo fa attaccando Il Giornale per l'articolo di lunedì, firmato dal membro del Consiglio d'amministrazione Giancarlo Mazzucca, che si lamentava per la mancanza d'informazione. E la domanda è proprio questa: perché tanto segreto, invece di un annuncio ufficiale in pompa magna?

La Gabanelli, come ha già raccontato Il Tempo, sarebbe stata assunta subito dopo la sua uscita da Report il 31 dicembre, dunque i primi di gennaio. Ma né il CdA né l'opinione pubblica sono ancora stati informati. Il suo sarebbe un contratto a tempo determinato, di 2 anni e mezzo con un compenso di 150mila euro lordi l'anno, nella struttura appena decapitata per le dimissioni dell'ex direttore editoriale per l'offerta informativa, Carlo Verdelli. Lei sarebbe vice direttore, con la delega alla piattaforma online della tv di Stato.

Eppure, quando pochi giorni fa in Commissione parlamentare di Vigilanza Rai è stato chiesto al potentissimo direttore generale Antonio Campo Dall'Orto che sarebbe successo nella struttura dopo l'uscita di Verdelli lui è stato evasivo, ha detto che doveva ancora pensarci su. Questo quando il contratto con la Gabanelli era già stato firmato, a quanto sembra.

Perché, non annunciare di aver già reclutato la star del giornalismo d'inchiesta? D'accordo, Dall'Orto non aveva l'obbligo di sottoporre il contratto con Milena all'approvazione del CdA se non si tratta di un dirigente, ma se aver convinto l'ex conduttrice di Report (che deve cumulare i contributi necessari alla pensione) è un vanto, perché non vantarsi?

Oggi a viale Mazzini il consiglio si riunirà e sono forti i malumori, in parecchi sono pronti a chiedere spiegazioni e dare battaglia. Perché questo è solo l'ultimo di una lunga serie di fatti. «Chi poteva dire di no alla Gabanelli? - chiede Arturo Diaconale, consigliere del centrodestra come Mazzucca - ma informarci a cose fatte sembra fatto apposta per delegittimare il CdA, come fosse un orpello fastidioso e inutile. Dell'accordo tra Rai e Tim sui film abbiamo appreso dai giornali; nessuno ci ha spiegato la scelta di accentrare i diritti in un'unica struttura che fa capo al Dg, svuotando RaiSport e Rai Cinema; né abbiamo avuto risposta da dicembre sulla mancanza di trasparenza sui compensi degli artisti (pare che anche giornalisti pensionati abbiano contratti come artisti) e potrei continuare». Un altro consigliere, Franco Siddi, esprime perplessità, «perché se si tratta di un'assunzione a titolo di consulenza è un conto, ma se parliamo di un ruolo direzionale è un altro conto, e bisogna passare per il CdA». Gli altri tacciono, ma pare che pure Rita Borioni abbia i suoi dubbi.

Chi sembra ben informato è l'autore del pezzo di Dagospia, che si scaglia contro la posizione assunta da Mazzucca «in maniera davvero merdotica». Forse è la conferma che si tratta di qualcuno interno alla stessa struttura ex Verdelli e legato a Campo dell'Orto.

Su tutto questo forse avrebbe qualcosa da dire l'Anac, visto che nella delibera di settembre, che rispondeva ad un esposto dell'Usigrai sulle nomine di 21 dirigenti esterni, raccomandò almeno per il futuro di

utilizzare per le assunzioni lo strumento del job posting, per accertare la disponibilità di professionalità interne, prima di cercare fuori dall'azienda. E di motivare adeguatamente la scelta anche nei casi «eccezionali».

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