Guerra in Ucraina

Il convoglio russo e le bombe: parte l'operazione Donbass. "Poi l'incontro Zelensky-Putin"

La guerra in Ucraina non si è fermata. Anche se le notizie dal fronte sono diventate meno angoscianti e frequenti, soprattutto da quando la pressione su Kiev si è allentata

Il convoglio russo e le bombe: parte l'operazione Donbass. "Poi l'incontro Zelensky-Putin"

La guerra in Ucraina non si è fermata. Anche se le notizie dal fronte sono diventate meno angoscianti e frequenti, soprattutto da quando la pressione su Kiev si è allentata. Semplicemente le forze in campo, soprattutto quelle russe, si sono riposizionate, e ora lo scontro sembra sul punto di essere pronto a riesplodere in tutta la sua violenza. Nella zona est e sud-est del Paese la battaglia per il Donbass inizia a delinearsi. Sul versante russo la riorganizzazione, l'accumulo di forze corazzate, il cambio dei reparti logorati coincide anche con l'arrivo di un nuovo comandante. Alexander Dvornikov è un ufficiale di grande esperienza, Dall'inizio dell'intervento militare russo in Siria, nel 2015, è stato comandante del raggruppamento delle forze armate. Insignito da Putin della Stella d'oro della Federazione russa il generale ha dimostrato, proprio in Medioriente, di avere una spiccata attitudine a comandare operazioni interforze complesse e di preferire una strategia che ricorre ad altissime saturazioni di fuoco, con la quale si vince, a costo di spianare intere città.

I primi movimenti russi sono già iniziati su linee di avanzata facilmente prevedibili e pensate per chiudere in una sacca le forze ucraine. Nella notte tra sabato e domenica, le forze armate ucraine hanno affrontato una colonna russa diretta verso Izyum. Lo ha riferito il capo dell'amministrazione militare regionale di Kharkiv, Oleg Sinegubov, secondo cui la colonna è stata pesantemente colpita. Si tratta di movimenti pensati per cercare di portare a termine l'assedio di Mariupol. Sembre secondo fonti ucraine gli scontri, a fronte di tentativi di penetrazione russa nelle regioni di Donetsk e Luhansk, sono stati otto. Un serpentone di 12 chilometri tra blindati e mezzi di supporto logistico russi è stato avvistato in movimento verso sud attraverso la cittadina di Velykyi Burluk. Chiari segnali che l'offensiva sta per riprendere. Intanto un nuovo bombardamento russo, almeno tre missili, ha colpito l'aeroporto di Dnipro nell'est dell'Ucraina. Si sarebbe trattato di un attacco pesante, del resto i russi non sono ancora riusciti ad ottenere il completo controllo dei cieli e questo resta un ostacolo ad ogni loro avanzata. Sempre ieri, a Mykolaiv, un caccia russo di tipo Su-34 sarebbe stato abbattuto sopra la città, probabilmente da batterie di missili S-300. Non è un dettaglio perché significa che la zona di Odessa è protetta con questi sistemi (la Slovacchia ha rifornito l'Ucraina) ad alta efficienza. In grado di tracciare fino a 100 bersagli e di ingaggiarne 30, l'S-300 è difficile da localizzare e distruggere: i lanciatori possono essere posti sino a 40 Km da comandi e radar.

Si basano su questi successi alcuni dei motivi dell'ostentato ottimismo ucraino. Uno dei consiglieri del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, ha dichiarato alla Cnn che: «L'Ucraina è pronta per grandi battaglie. L'Ucraina deve vincerle, in particolare nel Donbass. Dopodiché l'Ucraina avrà una posizione negoziale molto più forte, con la quale potrà dettare alcune condizioni. Dopo questo, i presidenti si incontreranno. Ciò potrebbe richiedere due o tre settimane». Una fiducia che si basa anche sull'arrivo a breve di nuove armi. Solo Downing Street ha annunciato 120 veicoli blindati e nuovi sistemi missilistici anti-nave.

Quanto è ragionevole la fiducia ucraina e quanto solo di facciata? Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha risposto in modo laconico alle domande dei giornalisti: «Il piano iniziale di Mosca è fallito. Adesso loro hanno un altro piano, ma noi abbiamo i nostri». Ma la frase potrebbe essere meno tautologica di quanto sembra. Nelle guerre moderne l'effetto sorpresa che fa crollare il sistema difensivo nemico è tutto. Difficilmente gli ucraini, grazie all'intelligence occidentale, potranno essere presi di sorpresa. Ai russi non resta che tentare lo sfondamento massiccio, la prova di forza diretta. Ma contro un'avversario che gioca in difesa, e se lo aspetta, per prevalere serve una potenza soverchia. Difficile da dispiegare, a meno di pensare ad armamenti non convenzionali. A favore dei russi invece giocano la possibilità di scegliere il momento del nuovo attacco e la fine del disgelo.

Al fatto che si fermino prima di averci riprovato non crede più nessuno.

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