Dal campo rom di via dei Gordiani agli appartamenti della capitale. Mettevano a segno anche tre furti al giorno, spesso con i proprietari in casa, i diciotto cittadini di etnia rom arrestati dai carabinieri dopo sette mesi di indagini. Un gruppo criminale senza scrupoli, quello a cui il nucleo operativo della compagnia Parioli ha dato la caccia dal settembre 2024 all'aprile scorso. Ieri il blitz fra baracche e container dell'area sosta fra Tor Pignattara e Centocelle, zona sud est di Roma.
Almeno 46 i casi accertati. Assalti compiuti spesso in piena notte. Anziani svegliati di soprassalto, minacciati con le pistole e immobilizzati durante le razzie. Oro, gioielli e denaro gli obiettivi della banda. Ma non solo. Nel mirino dei rom anche sale giochi e bar tabacchi. In un caso una supercar, data alle fiamme dopo averla utilizzata per alcuni colpi. Una regia unica: a dettare schemi e impartire ordini un detenuto nel carcere di Regina Coeli. Furto, rapina, sequestro di persona, armi, ricettazione, danneggiamento e incendio le accuse per gli arrestati, tra i quali un minorenne.
Durante i colpi i criminali sono in continuo contatto telefonico fra loro. Nelle intercettazioni, in sottofondo alle conversazioni fra i malviventi, le urla strazianti delle vittime. Una banda ben strutturata: in caso di arresti e defezioni in pochissimo tempo gli elementi mancanti vengono rimpiazzati da nuove leve. Comincia tutto con una rapina in un'abitazione del quartiere Nomentano. L'allarme sociale si allarga a macchia d'olio in ogni settore della città. Tra le vittime un'anziana all'Eur, malmenata e ricoverata in ospedale e una donna al quartiere Trieste chiusa, dopo la rapina, per due ore all'interno della propria abitazione. A Torre Spaccata un ragazzo viene preso d'assalto mentre dorme. Sotto la minaccia di un coltello viene costretto a consegnare denaro e cellulare. Dalle sale giochi i banditi portano via macchine cambiamonete, forzate una volta tornati alla base. Per entrare negli appartamenti i banditi scardinano porte, finestre e inferriate.
"I fatti - scrive il gip Ilaria Tarantino nell'ordinanza di custodia cautelare - sono chiaramente indicativi di una spiccata capacità delinquenziale e di un'attività posta in essere in modo sistematico nell'ambito di reati contro il patrimonio e con violenza alle persone e uso di armi senza soluzione di continuità. Denotano uno stretto collegamento con ambienti criminali di più alto livello".
Nelle 202 pagine del documento il gip sottolinea che "gli indagati hanno dimostrato una particolare organizzazione, con uso di telefoni cellulari il più delle volte intestati a persone inesistenti. Un'organizzazione che si fonda anche sulla sussistenza di forti legami familiari e di una ampia rete di conoscenze.
Con una particolare capacità di riorganizzazione del gruppo con reclutamento di nuovi soggetti e creazioni di nuove batterie e sottogruppi. () Sussiste il rischio che gli indagati possano usare violenza e minaccia per intimidire e condizionare le persone offese ovvero i testimoni oculari delle azioni criminose inducendoli a ritirare le querele".