La cooperativa prenditutto che fa affari con i profughi

In pochi anni la Ecofficina si è aggiudicata la maggior parte dei centri di accoglienza del Veneto. La Procura vuole vederci chiaro

La cooperativa prenditutto che fa affari con i profughi

Bandi sospetti, truffa aggravata, falso, bilanci esponenziali, cooperative che diventano società di capitali e generano un vero e proprio business dell'accoglienza. Questo il ciclone che sta investendo la Ecofficina, cooperativa padovana, divenuta un grande impero nel Veneto, con sede a Battaglia Terme. Una cooperativa che nel giro di quattro anni si è aggiudicata i centri di accoglienza di mezza regione, da Venezia a Vicenza, da Padova a Rovigo e ora anche a Treviso. Più di 1000 i richiedenti asilo ospitati e un bilancio cresciuto in modo straordinario, che nel 2015 ha toccato i due milioni e mezzo di euro. La Ecofficina che operava negli asili e nelle biblioteche è un ricordo ormai lontano; ora sembra un giro di affari senza fine che, visti i bandi del 2016, potrebbe addirittura quadruplicare. A capo della cooperativa c'è Gaetano Battocchio che l'altro giorno è finito nel registro degli indagati insieme a Simone Borile con l'accusa di truffa aggravata e falso. Sono sospettati di aver contraffatto carte ufficiali di un bando di accoglienza profughi. Il sospetto della Procura di Padova è che i due abbiano presentato falsi documenti al comune di Due Carrare, nel padovano, dove la cooperativa si è aggiudicata il bando Sprar 2016, cioè la gestione del sistema di protezione per i richiedenti asilo. Nel mirino degli inquirenti è finita una convenzione tra la Prefettura di Padova e la cooperativa che porta la data del 6 gennaio 2014 (giorno dell'Epifania) con decorrenza dall'8 gennaio 2014.

Un documento fondamentale per la partecipazione della cooperativa al bando Sprar dato che uno dei requisiti per l'ammissione è l'esperienza continuativa nell'accoglienza pari a due anni e un giorno. Ma Ecofficina comincia a ospitare i primi profughi l'8 maggio 2014, dopo che l'allarme migranti a Padova scatta il 17 febbraio 2014. Che motivo c'era di firmare una convenzione a gennaio? La convenzione che risulta depositata in Prefettura, inoltre, è firmata il 14 maggio 2014 con decorrenza dall'8 maggio 2014. Due documenti quindi identici, a parte la data che è la discrepanza rilevante, e che hanno anche lo stesso codice di identificazione ma evidentemente una delle due carte è falsa. In sostanza la convenzione presentata da Ecofficina per partecipare al bando discosta da quella depositata in Prefettura. I Carabinieri giovedì mattina sono andati in Prefettura a Padova e si sono fatti consegnare tutta la documentazione per le indagini. Prelevate e acquisite poi, in municipio a Due Carrare, le fotocopie degli atti relativi al bando di gara. Perquisite le abitazioni di Battocchio e Borile e sequestrati computer, file, corrispondenza e schede. Ora si tratterà di capire se la cooperativa può ancora lavorare con la pubblica amministrazione.

Non è la prima volta che finisce sotto indagine. Un mese fa la Procura di Rovigo, come riporta Il Mattino di Padova, ha aperto un'inchiesta per truffa aggravata ai danni dello Stato e maltrattamenti a carico di Battocchio e Sara Felpati (moglie di Simone Borile) per dei fatti avvenuti nel 2014 in un centro di accoglienza a Montagnana, nel padovano.

Intanto ieri in serata la nota della Prefettura di Padova dove si attesta che «è emersa la difformità dell'atto in possesso del Comune di Due Carrare rispetto a quello effettivamente sottoscritto». Insomma una spirale che rischia di inghiottire uno dei grandi imperi dell'accoglienza

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