La Cop26 parte in salita con 190 Paesi divisi. "La Terra verso l'ignoto"

Difficile che Glasgow produca risultati migliori del G20. L'allarme dell'Onu: "I 7 anni più caldi"

La Cop26 parte in salita con 190 Paesi divisi. "La Terra verso l'ignoto"

Se i partecipanti pagassero di tasca propria viaggio e soggiorno, CoP26 andrebbe deserta per la sua inutilità, già annunciata da settimane e infine sancita a Roma: se in 20 non hanno trovato un accordo, che speranze hanno in 190?

Il meeting di Roma ha portato a casa, su tutto il resto, il 15% di tasse ai giganti transnazionali e l'accordo su acciaio e alluminio, che per inciso sta scarseggiando a livello mondiale per una stretta di produzione in Cina sì, sempre lei dovuta, immagina un po', a una crisi di energia elettrica. Roba non da poco, eppure un Draghi quasi frustrato ha dato in pasto ai media soprattutto il clima: «La lotta al clima è la sfida del nostro tempo. O agiamo ora e affrontiamo i costi della transizione e riusciamo a renderla più sostenibile o rinviamo e rischiamo di pagare un prezzo più alto dopo e il fallimento». Ha ribadito il problema e l'assenza di soluzione, quasi con frustrazione. Una sensazione accentuata dalla presenza del Principe Carlo: «Ho dedicato gli ultimi 40 anni ai temi ambientali e ultimamente ho notato un cambiamento nell'atteggiamento generale». Insomma, 40 anni per un atteggiamento forse sono un po' tantini. Del resto, parliamo di colui che nella successione alla principale corona del pianeta salta il turno e che ricorda un altro campione mondiale di clima, Al Gore, anch'egli primo dei non eletti alle presidenziali del 2000.

L'ironia serve a significare che il clima va affrontato con realismo, senza illudere la gente. Dire che il problema è di tutti significa che stiamo tutti dalla stessa parte, ed è vero. Ma solo sul clima. Ci sono poi tutte le altre questioni geo-politiche su cui non stiamo tutti dalla stessa parte, anzi. Non ci stiamo sul gas russo, sulla Libia, sul petrolio, sull'Afghanistan, su Taiwan, sull'Africa, sul debito della Bce. Lo scacchiere dei Paesi è un risiko continuo e fluido, dove si cede qualcosa per ottenere qualcos'altro, si molla un alleato su un dossier perché un altro ci aiuta sull'altro dossier. Questa è la politica internazionale e mira a garantire le migliori risorse per il maggior benessere economico dei cittadini. Già che ci troviamo, vogliamo ricordare pure che le risorse sono in genere scarse e la regola è meglio-a-me-che-a-te? Questo scenario non viene sospeso per il clima, che anzi ne fa parte e vi si incastra. L'unico vero passo avanti fatto da questa tornata è proprio nel passaggio, sempre di Draghi, sui «costi della transizione» e sulla sua «sostenibilità»: mitigare il riscaldamento costa un sacco di soldi. Parliamo di sistemi economici che producono e distribuiscono meno ricchezza, di rinunce, di prodotti e bollette che costano il doppio, di merce che scarseggia, di viaggi e cene non così alla portata. Tornando a Glasgow, secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale il riscaldamento ha portato «il pianeta in un territorio inesplorato, con ripercussioni di vasta portata per le generazioni attuali e future», e «gli ultimi 7 anni sono i più caldi mai registrati». Per António Guterres (Onu): «Gli scienziati sono chiari sui fatti. Ora i leader devono essere altrettanto chiari nelle loro azioni». Per la scienza ogni problema ha una soluzione, nelle vicende umane non sempre. Non c'è stata soluzione nell'estate del 1914, né a Monaco nel 1938. Sul riscaldamento, è dal 1995 che la conosciamo ma non la perseguiamo. Anzi, l'Europa la adotta, ma pesa poco, e altri meno, gli Stati Uniti, o per niente, Cina, India, Russia, Brasile e pesano tantissimo.

Per tanti però questi sarebbero alibi per non agire, mentre ognuno dovrebbe fare ciò che può o vuole. Sostengono che con l'esempio gli altri seguiranno. La storia però indica che gli altri non seguono, se ne approfittano.

Se la transizione qualcuno la persegue e altri no, non serve un genio per capire che il secondo si avvantaggerà a spese del primo. In parole semplici, se al campionato della scuola una squadra schiera Messi, non è che le altre giochino lo stesso, tanto per dare l'esempio.

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