Coronavirus

L'Anpi adesso sfida il governo "Esclusi? Andremo al 25 aprile"

L’Anpi sfida il governo che vieta assembramenti: "Non potete escludere i partigiani dal giorno della liberazione. Parteciperemo alle celebrazioni"

L'Anpi adesso sfida il governo "Esclusi? Andremo al 25 aprile"

Resistenza contro il coronavirus. O, meglio, resistenza contro il buon senso. Dura presa di posizione dell’associazione nazionale partigiani sulla circolare del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, che impedisce (se nulla cambierà nelle prossime ore) ai rappresentanti dell’Anpi di essere presenti alle celebrazioni ufficiali del 25 aprile. L'obiettivo è evitare assembramenti.

Tutto sembrerebbe abbastanza normale. Nessuno, in tempi di pandemia, può permettersi il lusso di ritrovarsi e festeggiare insieme all’ombra del Covid-19. Per qualcuno questa norma, ormai tanto nota, non varrebbe. Sono i figli dei figli (giusto specificarlo) di quegli eroi che lottarono per la libertà. Il 25 aprile è a un passo. Questo weekend avrebbero dovuto festeggiare insieme la Resistenza, quella con la R maiuscola. Ma sarebbe vietato. Risultato? Una dura protesta: "Il governo non può escludere l’Anpi dal 25 aprile!". Come se dietro ci fosse un fosco motivo politico fatto di censura e olio di ricino. Come se al governo non ci fosse la sinistra. Ma d'altra parte, per qualcuno il regime è sempre dietro l'angolo.

"Chiediamo al governo di cambiare questa norma. In ogni caso parteciperemo alle celebrazioni", assicura l’associazione. Esprimono incredulità e rammarico di fronte a un atto di indifferenza e scortesia da parte del governo Conte che mai si sarebbero aspettati. Si tratta di questo: nella giornata del 25 aprile, al mattino, in moltissime città e paesi italiani sono previste celebrazioni con la deposizione di un fiore o di una corona al monumento o altro luogo significativo della resistenza locale. Ebbene, quest’anno sarà impedito al rappresentante dell’Anpi o di altra organizzazione partigiana o resistenziale, di deporre quel fiore. Potranno farlo soltanto il prefetto e questore e, forse, il sindaco.

"Tutto ciò è semplicemente inaccettabile", denunciano. Una dura presa di posizione. Non tanto quella del governo, quanto quella dei partigiani italiani, che continuano: "Ricordiamo al sottosegretario Fraccaro, estensore, a nome del governo, della circolare inviata ai prefetti di tutta Italia, che l’argomento di evitare assembramenti è, in questo caso, assolutamente pretestuoso, perché si tratterebbe di una persona sola e ovviamente dotata di ogni dispositivo di protezione sanitaria".

Mentre l’esecutivo si accinge a far riaprire varie industrie, vieta ai partigiani e agli antifascisti di portare un fiore sulla tomba dei propri morti. "Tutto ciò potrebbe denotare, in ultima analisi, o malafede politica o completa ignoranza della storia patria. Ricordiamo agli immemori o ai nostalgici che la data del 25 aprile 1945 fu scelta con Regio Decreto quale festa nazionale il 22 aprile 1946 dal Cln Alta Italia. E tale decreto fu firmato dall’allora presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi".

Festa nazionale. Festa dell’unità ritrovata. Festa che, come disse Arrigo Boldrini, medaglia d’oro della resistenza, ci ricorda che i partigiani combatterono "per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contro". Quest’anno ricorre il 75esimo anniversario. "Mai nessuno, in questi 75 anni, ha osato negare alle associazioni partigiane e combattentistiche il diritto di onorare il 25 aprile. Per la verità, ci furono dei tentativi e anche allora l’Anpi si oppose fermamente, così come fa oggi".

Si dicono rispettosi di norme giuste per la prevenzione e il contenimento del contagio. "Ma non accetteremo mai che, con la scusa del contenimento del contagio, si operi per cancellare la memoria democratica del nostro Paese. Per far dimenticare o ignorare alle giovani generazioni che la memoria non è solo un ricordo, che pure va conosciuto e onorato, ma è uno strumento per migliorare il nostro oggi e il futuro".

Confidano che si voglia, al più presto, sanare questa ingiustizia con un atto di buon senso e di civiltà. "Molti sindaci e prefetti, pur costretti da una imbarazzante circolare, stanno cercando, in queste ore, di risolvere positivamente il problema". L’Anpi sarà al loro fianco. Ma, mi raccomando, almeno a un metro di distanza.

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