"Il governo deve comunicare immediatamente come intende reperire tutto il necessario per aumentare la capienza e la capacità delle strutture sanitarie per far fronte all'emergenza. Il coronavirus avanza e non attende la burocrazia, l'improvvisazione e l'incapacita". Così Giorgia Meloni incalza e sferza il governo, chiedendo lumi su quale sia la strategia dello stesso esecutivo per rafforzare il sistema sanitario nazionale contro il virus.
Già, perché il sistema sanitario italiano è a rischio collasso: qualora ci dovesse essere un boom dei contagi, gli ospedali nostrani potrebbero andare in tilt, trovandosi impossibilitati a curare in terapia intensiva tutti i pazienti colpiti dal Covid-19 e mettere a rischio anche la salute di altri ricoverati, che potrebbero trovarsi travolti dal caos in corsia.
Si tratta di uno scenario che esiste e che è tutto fuorché campato per aria: gli esperti che stanno aiutando il governo in questa crisi hanno paventato ogni possibilità, prospettando anche orizzonti grigi, o meglio neri, circa il coronavirus. E proprio per questa ragione negli scorsi giorni è cambiata repentinamente la linea dei giallorossi e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Ciò detto, la fondatrice e leader di Fratelli d’Italia affonda il colpo: "La Germania blocca le esportazioni delle apparecchiature mediche per la terapia intensiva, la Francia requisisce tutti i materiali sanitari utili a prevenire il contagio". E tira le orecchie a qualcuno per alcune trovate delle scorse settimane: "Insomma, mentre il resto del mondo si organizza per fare fronte all'emergenza coronavirus in modo concreto, in Italia a metà febbraio il Ministro Di Maio ha regalato 2 tonnellate di materiali sanitari alla Cina e il Sindaco di Firenze Nardella ha donato 250mila mascherine a Pechino…".
E proprio sulle mascherine nella giornata di oggi è scoppiato il caso nel Vecchio Continente: l'Italia ha chiesto all’Unione europea di attivare il Meccanismo di protezione civile previsto dall’Europa per la fornitura di mascherine – che da noi scarseggiano – contro il coronavirus e la risposta, nei fatti, è stata "picche". La portavoce della Commissione, Sonya Gospodinova, ha dichiarato di aver ricevuto le notifiche da Germania e Francia circa decisione di bloccare l'esportazione di mascherine e altro materiale protettivo in altri Stati membri dell'Ue, spiegando che "nel trattato c'è questa possibilità e per ragioni imperative gli Stati membri sono autorizzati a limitare la libera circolazione; la protezione della salute pubblica e dell'ordine pubblico sono tra le regioni. Ma queste misure devono essere giustificate, proporzionate e basate su ragioni oggettive".
Infine, ha sottolineato che "gli Stati membri siano obbligati a notificare alla Commissione queste restrizioni; sulle misure di Germania e Francia abbiamo ricevuto notifiche che sono tratte come procedura d'urgenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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