Il governo italiano spingerà per ottenere dall'Europa una flessibilità maggiore rispetto alle cifre che circolavano nelle ultime ore, ma comunque ancora insoddisfacente per far fronte all'emergenza sanitaria legata al coronavirus.
Confindustria chiedeva un piano choc per ripartire ma il premier Conte si è fermato a un aumento del deficit per il 2020 pari a 7,5 miliardi di euro. I leader del centrodestra, riuniti in un tavolo tecnico, sono pronti a mettere a punto proposte che, una volta in campo, avranno una dimensione pari a quella dell'avanzo primario del 2019. Ovvero circa 30 miliardi di euro, pari cioè a 1,7 punti di pil.
All'incontro odierno, tenutosi nella sede nazionale di Forza Italia, hanno partecipato Renato Brunetta, Sestino Giacomini, Giorgio Mulè e Lucio Malan per FI, Alberto Bagnai per la Lega e Giovanbattista Fazzolari per FdI. In generale il centrodestra non è soddisfatto del piano di Conte. Certo, è apprezzabile l'aumento rispetto ai 3,6 miliardi iniziali ma ancora non basta. Ne è convinta anche Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati: “Avevamo detto sin da subito che i 3,6 miliardi annunciati nei giorni scorsi dal governo erano una goccia in un mare in tempesta. Oggi l’esecutivo ha fatto un piccolo passo nella direzione da noi auspicata ed ha più che raddoppiato quella cifra, arrivando a 7,5 miliardi stanziati per il secondo decreto economico per far fronte all’emergenza Coronavirus: verrà chiesto un aumento del deficit dello 0,36%, circa 6,3 miliardi”.
“Il nostro giudizio – ha aggiunto Gelmini -non cambia. I soldi previsti si riveleranno purtroppo insufficienti per aiutare concretamente imprese, lavoratori, partite Iva, famiglie, interi settori messi in ginocchio da questa crisi. Servono subito almeno 20 miliardi. Il governo non sia timido e chieda più deficit all’Ue: l’Europa in questo momento non può dirci di no”.
Il piano di Conte
Al termine del Cdm, Giuseppe Conte aveva illustrato il suo piano parlando di uno “stanziamento da 7,5 miliardi di euro per famiglie e imprese che in questi giorni stanno affrontando l'emergenza”. Per quanto riguarda il rapporto tra Italia e Commissione Ue, invece, il premier assicura che “non facciamo un salto nel buio. Da parte della Commissione c'è piena sensibilità a venirci incontro e comprendere quel che il sistema Italia sta attraversando e che è sotto occhi di tutti.
Non ci aspettiamo nessuna distonia rispetto a quello, noi stiamo dando un segnale forte, con misure per 7,5 miliardi. Ringrazio Gualtieri, avevamo lavorato su uno scenario molto più contenuto nei giorni scorsi, ma anche lui ha mostrato piena sensibilità e in pieno accordo, insieme, si è deciso per misure a più alto impatto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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