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Corruzione, indagato Kurz. "Sondaggi favorevoli pagati con fondi pubblici"

Una presunta macchinazione dietro l'ascesa lampo del cancelliere. L'opposizione: si dimetta

Corruzione, indagato Kurz. "Sondaggi favorevoli pagati con fondi pubblici"

Bufera sul cancelliere austriaco Sebastian Kurz e sul suo Partito popolare (Övp). Mercoledì la polizia ha perquisito alcune sedi dell'Övp, gli uffici della cancelliera federale e sequestrato documenti e cellulari non solo della formazione politica ma anche dei più stretti collaboratori del giovane capo del governo austriaco.

La numero due del partito, Gaby Schwarz, ha spiegato che le perquisizioni sono state condotte «per fare spettacolo» e che le accuse contestate agli indagati «sono state costruite sulla base di eventi che risalgono a cinque anni fa». Secondo die Presse lo stesso Kurz sarebbe indagato per corruzione e falsa testimonianza mentre ad alcuni dei suoi stretti collaboratori - fra i quali i suoi consiglieri media e comunicazione, Johannes Frischmann e Gerald Fleischmann, come anche il capo stratega del partito, Stefan Steiner, sono contestati anche i reati di concussione e favoreggiamento.

La lista, di 9 persone e tre società, è però ancora lunga e includerebbe anche la sondaggista Sophie Karmasin, già ministra della Famiglia e delle Politiche giovanili, la sondaggista Sabine Beinschab, il gruppo editoriale Oesterreich e due dei suoi massimi dirigenti. Secondo gli investigatori ognuno avrebbe giocato un ruolo in una macchinazione politica ed elettorale che avrebbe permesso la rapida ascesa dell'allora 31enne Kurz alla guida dell'Övp nel 2017 e del governo austriaco l'anno dopo. A partire dal 2016 Kurz, che nel 2013 (a 27 anni), era il più giovane ministro degli Esteri in circolazione in Europa, avrebbe goduto del favore di sondaggi manomessi commissionati dal ministero delle Finanze per metterlo in buona luce con l'elettorato. Il pubblico ministero, spiega ancora die Presse, afferma che i sondaggi sarebbero stati «motivati esclusivamente per sostenere il successo politico di Kurz». Al momento delle perquisizioni il cancelliere era impegnato in Slovenia al vertice Ue-Balcani.

Kurz ha iniziato il suo secondo mandato da capo dell'esecutivo nel gennaio 2020, guidando una coalizione fra la Övp e i Verdi. L'inedita alleanza ha fatto seguito alla crisi di governo scaturita dal cosiddetto scandalo Ibiza che a maggio 2019 mandò in frantumi la guida del Fpö, il partito di ultradestra alleato di Kurz dal 2017. Nella primavera del 2019, il leader del Fpö e vice cancelliere federale, Heinz-Christian Strache, finì nell'occhio del ciclone dopo che media tedeschi fecero circolare un video risalente al 2017 in cui Strache era ripreso da una telecamera nascosta mentre, fra fiumi di vodka, si dichiarava disponibile ad accettare eventuali bustarelle da una sedicente giovane oligarca russa. Esploso lo scandalo e caduto il governo, Kurz tornò alla carica alle elezioni di fine anno, prendendo le distanze dai vecchi alleati.

Nell'ambito di un diverso filone d'inchiesta scaturito dall'Ibizagate, lo scorso agosto un tribunale di Vienna ha dichiarato Strache colpevole di corruzione per aver aiutato un finanziatore del Fpö ad assicurarsi i finanziamenti pubblici per la sua clinica privata. A Strache è stata inflitta una condanna a 15 mesi con la sospensione della pena. All'epoca dell'Ibizagate, in molti hanno sottolineato il carattere professionale della trappola tesa all'ex leader dell'ultradestra, in un'operazione a orologeria tenuta nel cassetto per due anni e resa pubblica alla vigilia delle europee del 2019.

La stampa austriaca ha cominciato a parlare dell'«Ibizagate del Partito popolare».

E i partiti di opposizione, Spö (socialdemocratici) e Fpö (Partito della libertà) hanno chiesto le dimissioni del cancelliere.

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