Coronavirus

La corsa degli italiani per non finire reclusi

Record di pass scaricati: mai tanti da luglio. Il ministero: richiamo a 5 mesi pure per i guariti

La corsa degli italiani per non finire reclusi

Corrono le terze dosi e riprendono vigore anche le prime. Nella giornata di domenica per la prima volta da luglio i green pass scaricati a seguito della vaccinazione erano in numero triplo rispetto a quelli da tampone: 968.069 contro 336.563. In totale sono stati scaricati 1.310.001 pass, 5.369 per avvenuta guarigione. Le somministrazioni totali sfiorano i 99 milioni e oramai l'88 % della popolazione è protetto con almeno una dose mentre le terze dosi tra addizionale e booster sfiorano i 9 milioni.

Un'ottima notizia secondo la a Fondazione Gimbe che stima «nelle ultime due settimane circa 390mila nuovi vaccinati», come sottolinea il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta. Un segnale importante rispetto alla necessità di proteggere tutta la popolazione. Dopo il green pass dunque il super green pass sta vincendo molte resistenze e ha favorito una decisa accelerazione nella campagna finendo per scalfire anche la volontà di molti irriducibili che fino ad ora avevano rifiutato il vaccino.

Un effetto sottolineato anche dal governatore della Liguria, Giovanni Toti. «Dallo scorso 7 novembre a oggi sono più che triplicate le prime dosi. Siamo infatti passati dalle 2.742 dello scorso 7 novembre alle 9.118 del 5 dicembre. - evidenzia Toti- Numeri molto importanti che ci fanno ben sperare di poter trascorrere un Natale tranquillo». L'assessore alla sanità del Lazio, Alessio D'Amato, segnala «un incremento del 39% dei vaccini somministrati nell'ultima settimana: le prime dosi sono raddoppiate». Andamento in crescita anche in Lombardia, con 32 mila prime dosi in una settimana. Dal vicepresidente di Federfarma, Alfredo Procaccini, arriva la conferma di un forte incremento delle prime vaccinazioni anche nelle farmacie.

Come più volte ribadito anche dagli esperti il virus continuerà a circolare ma la protezione del vaccino impedirà casi gravi e ospedalizzazioni. Con la terza dose si inverte la curva dei decessi e delle ospedalizzazioni. Si vedrà meglio tra una settimana o poco più ma gli esperti auspicano che quello che è già accaduto in Israele e Regno Unito si verifichi anche in Italia. A fronte di una corsa dei contagi non aumentano più decessi e ricoveri perché la maggioranza della popolazione è protetta dal booster. La media mobile dei nuovi ingressi in terapia intensiva segna nell'ultima settimana un rallentamento, lentamente si appiattisce e promette una discesa che sarà possibile confermare tra una decina di giorni.

Anche Cartabellotta osserva che «si conferma la crescita di casi, ma con un impatto sugli ospedali che è però notevolmente più modesto rispetto all'era pre-vaccinale». Basta confrontare i dati di ospedalizzazioni e ricoveri un anno fa quando ancora non esisteva un vaccino autorizzato che sarebbe arrivato di lì a poco.

«Con l'attuale numero di contagi, avevamo il triplo di pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva. -insiste Cartabellotta- Ogni mille casi positivi che abbiamo, il 2,4% viene ricoverato in area medica e il 3 per mille va in terapia intensiva. Dobbiamo gestire la pandemia in maniera ordinaria, perché non possiamo più permetterci di intasare gli ospedali».

Alla luce degli ultimi dati positivi sui risultati di protezione offerti dal booster ieri il ministero della Salute ha emanato una circolare per il via libera alla dose di richiamo dopo 5 mesi anche per chi si è infettato prima o dopo la vaccinazione.

Nel provvedimento si sottolinea che per questi soggetti «è indicata la somministrazione di una dose di richiamo (booster), purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno cinque mesi dall'ultimo evento vaccinale o dalla diagnosi di infezione».

Si ribadisce la raccomandazione di vaccinarsi «con la prima e seconda dose entro 12 mesi dalla guarigione per chi non si è mai vaccinato e di fare comunque la seconda dose se l'infezione è stata contratta entro i primi 14 giorni dalla prima dose, in questo caso la seconda dose va fatta entro sei mesi dal contagio».

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