Politica

La Corte dei conti detta i tagli: "Stretta su sanità e pensioni"

Il numero uno delle toghe contabili Squitieri fa il ministro dell'Economia e anticipa la manovra. Rientro dei capitali, si va verso il rinvio a fine anno

Il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri
Il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri

Per un presidente della Corte dei Conti che fa il ministro (dell'Economia), c'è un sottosegretario che fa il portavoce.

Raffaele Squitieri, numero uno della magistratura contabile, dall'Aquila commenta: «C'è un momento di difficoltà - dice - e quindi tante scelte sulle spese sono dolorose. Mi riferisco, in particolare, a quelle sulla sanità, sulle pensioni. Ma d'altra parte in qualche modo bisogna ridurre». Squitieri, nella sostanza sembra voler anticipare alcune misure contenute nella legge di Stabilità.

Poi, però, forse colto da resipiscenza istituzionale, aggiunge: «La scelta su cosa ridurre, come intervenire, spetta al governo, al Parlamento, non certo alla Corte dei Conti». Il momento dura poco. E s'inerpica in un ragionamento . «Ci deve essere un equilibrio tra ciò che abbiamo disponibile e ciò che spendiamo. Quindi - riconosce - è banale. Bisogna agire in due modi: o aumentando le entrate o riducendo le spese».

Per evitare che le sue parole possano essere interpretate come una critica al ministero dell'Economia, precisa: «Ed è ciò che sta facendo questo governo che ha una difficoltà in più perché le entrate sono difficilmente aumentabili visto che parliamo di tasse e la pressione fiscale è già notevole. Aumentarla non è prudente perché incide pure sulla crescita del Paese. Allora - osserva Squitieri - l'unico sistema è quello di ridurre le spese, non ci sono alternative».

Alla fine arriva anche la difesa d'ufficio della Corte dei Conti. «I conti dello Stato non sono disastrosi perché noi (intesa come magistratura contabile, ndr ) ci mettiamo la faccia». E spiega che «non siamo come altri Paesi nel contesto internazionale in cui i conti sono di dubbia veridicità. In Italia non c'è alcun pericolo di default ».

E conclude: «I conti sono in regola. È la materia prima che manca, e cioè le risorse». Ed a proposito di risorse, ci pensa il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, a farsi portavoce della mancata approvazione della proroga della cosiddetta volontary disclosure : il provvedimento che dovrebbe permettere una specie di sanatoria (a pagamento) del rientro di capitali. Il consiglio dei ministri di ieri ha soltanto esaminato il provvedimento, senza approvarlo. E Zanetti spiega che «il ministro Padoan mi ha informato che, per una questione tecnica di lavori del Consiglio, il decreto sulla proroga della voluntary disclosure potrebbe slittare al Cdm di martedì». E precisa: «Al di là di questo aspetto puramente tecnico-procedurale resta ferma la volontà politica di procedervi».

Il termine ultimo per presentare l'istanza per il rientro dei capitali è il 30 settembre. La proroga quindi è attesa proprio dal consiglio dei ministri fissato nell'ultimo giorno utile. Si parla anche della creazione di una nuova scadenza per la presentazione della domanda. L'ipotesi più accreditata è di un rinvio al 30 novembre, anche se non si esclude che venga spostata al 31 dicembre. Il decreto che approderà in Consiglio dei ministri dovrebbe contenere anche lo stop all'aumento delle imposte sulla benzina, con la cancellazione della clausola di salvaguardia per il mancato incasso dei 728 milioni dell'estensione del reverse charge alla grande distribuzione.

Piccolo particolare. Il prossimo consiglio dei ministri di martedì non verrà guidato dal presidente del Consiglio.

html">Matteo Renzi, infatti, sarà impegnato a New York per l'Assemblea Generale delle Nazioni unite.

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