Così "quota 100" svuoterà gli ospedali: 25mila medici sono pronti alla pensione

La riforma può provocare un esodo che mette a rischio il servizio sanitario

Così "quota 100" svuoterà gli ospedali: 25mila medici sono pronti alla pensione

Roma Ospedali deserti per mancanza di camici bianchi e 20 milioni di italiani senza medico di famiglia. Il timore per la carenza di personale sanitario non nasce oggi ma con la riforma delle pensioni e il varo della «quota 100» il servizio sanitario nazionale rischia davvero di precipitare nel baratro: saranno oltre 25.000 camici bianchi in uscita nel giro di meno di un anno e non ci sarà la possibilità di sostituirli.

A lanciare l'allarme è l'Anaao Assomed. Con l'introduzione della «quota 100» come nuovo criterio di pensionamento si potrà andare in pensione a 62 anni con 38 di contributi. Nell'analisi si osserva che attualmente l'età media per lasciare il lavoro è 65 anni, quindi interessa i nati nel 1952 e nel 1953.

Con la riforma però il diritto alla pensione scatterà contemporaneamente per 4 scaglioni. E visto il disagio vissuto quotidianamente nelle strutture ospedaliere non c'è da dubitare che scatterà la fuga per i nati tra il 1954 e il 1957: ovvero più di 25mila tra medici e dirigenti sanitari. I giovani neo specialisti sono pochi e non ci sarà nessuno a sostituire i vecchi medici esperti. «I processi previdenziali sarebbero così rapidi e drastici da impedire il trasferimento di esperienze e di pratica clinica - spiegano dall'Anaao -. Si tratta, infatti, di conoscenze e di capacità tecniche che richiedono tempo e una lunga osmosi tra generazioni professionali diverse».

Dunque i medici chiedono a «chi ha responsabilità di governo di spiegare come intende affrontare il fenomeno descritto: sia ai colleghi che rimarranno al lavoro in condizioni organizzative sempre più precarie, sia ai cittadini che hanno diritto a cure tempestive, di qualità e sicure». «È necessario aprire una grande stagione di assunzioni in sanità», afferma Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao Assomed. Preoccupazione condivisa da Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana di medici di medicina generale (Fimmg). «Sono 15mila i medici di famiglia che andranno in pensione nei prossimi 5 anni, molti a 68 anni - spiega Scotti -. Numero che potrebbe salire a 20mila con le novità quindi 20 milioni di italiani resterebbero senza medico famiglia».

Anche i dirigenti ospedalieri sono in agitazione. Il Coas ricorda che il numero dei camici bianchi tra il 2013 e il 2015 è passato da 109.170 unità a 103.837, anche a causa del mancato turn over per normative di riduzione della spesa.

Oltretutto il gap tra medici in entrata e medici in uscita è destinato ad ampliarsi. Nel 2025, denuncia il Coas, in base all'età media dei medici attualmente in servizio si può ipotizzare l'uscita dal mondo lavorativo di circa 45mila medici. Con la riforma sarà inevitabile «un esodo di massa dei medici» che fino ad ora si erano trovati bloccati.

Si tratta di specialisti e dunque dovranno esser sostituiti da personale con adeguata preparazione che al momento non c'è. La difficoltà, insistono i medici, non sarà solo quella di portare «un congruo numero di giovani alla Laurea, ma anche quello di programmare il giusto numero di specialisti necessari alla sanità ospedaliera italiana».

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