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Così il record del Cile va in fumo. "Poco efficace il vaccino cinese"

Il Sud America in crisi per aver puntato su Sinovac

Così il record del Cile va in fumo. "Poco efficace il vaccino cinese"

L'ammissione di Pechino sulla scarsa efficacia del suo vaccino anti Covid-19 (obiettivo tra le righe, vendere una terza dose) non ha sorpreso nessuno in America Latina, dove i dati di contagi e decessi, purtroppo, parlano da soli. Il Cile è il caso più eclatante, avendo già inoculato il 65 per cento della popolazione con almeno una dose di siero cinese Sinovac. Solo Israele ha fatto meglio al mondo, terza l'Inghilterra. Eppure i risultati registrati in America Latina sono diametralmente opposti. Santiago è di nuovo in lockdown per record di morti da inizio pandemia. E nonostante le chiusure il trend che non accenna a diminuire ha costretto il governo a rinviare le elezioni per la Costituente in programma domenica scorsa.

Inizialmente il Cile aveva puntato su Pfizer ma poi, per i ritardi di consegna, si è aggrappata alla ciambella cinese, con risultati deludenti, nonostante un'organizzazione statale efficacissima. Stessi risultati disastrosi nello stato di San Paolo, che nei giorni scorsi ha contabilizzato un quarto di tutti i decessi del Brasile e dove, da un mese, è in vigore un lockdown rigido imposto dalle autorità locali. Anche qui, grazie al governatore Joao Doria, si usa quasi esclusivamente il vaccino cinese - in Brasile c'è anche AstraZeneca - anche se la percentuale della popolazione che ha ricevuto almeno una dose è minore rispetto a Santiago, pari al 13 per cento, ma è pur sempre la terza più alta dell'America Latina, dopo il già citato Cile. Secondo l'Uruguay che, con il 28% vaccinato con Sinovac, è anch'esso al record di morti. A differenza di tutti gli altri Paesi sudamericani, tuttavia, a San Paolo il siero di Pechino è prodotto in loco dall'Istituto Butantan che si è però visto interrompere dalla Cina la fornitura delle componenti necessarie. Disastro anche in Argentina, con record di contagi nell'ultima settimana: qui il governo usa Sinovac e Sputnik. E proprio la prima dose del vaccino cinese aveva ricevuto giovedì scorso il Bruno Vespa nazionale, il giornalista Mauro Viale, star televisiva di America Tv e A24, che stava bene e dopo l'iniezione è risultato positivo ed è morto,

Insomma, dall'America Latina a guardare i dati tutto lascia intendere che i vaccini non sono tutti uguali come si ostina a dire l'Oms che però, da quando è risultata palese il flop cileno, sta ripetendo come un mantra che i vaccini (tutti, senza distinguo) non risolvono il problema e che bisognerà continuare con lockdown rigidi ancora per 4 o 5 mesi. Un suggerimento impraticabile per l'America Latina, dove il 40 per cento della gente sopravvive con lavoretti informali fermi oggi per le chiusure deve anche mangiare.

Oltre che vaccinarsi con sieri efficaci.

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