Così sta crollando il fortino dello "sceriffo" De Luca

Bavaglio alla stampa, soldi ai privati, fedelissimi nella sanità non bastano: il miracolo fa flop

Così sta crollando il fortino dello "sceriffo" De Luca

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca lo ripete: «In Campania abbiamo fatto un miracolo». Le immagini delle file di auto con pazienti in attesa di ricoveri e tamponi, dell'anziano morto in un bagno dell'ospedale Cardarelli di Napoli, delle corsie affollate, sembrano smentire la narrazione dello sceriffo. Ma su cosa De Luca ha costruito il falso miracolo campano?

Tre i pilastri: bavaglio alla stampa, fedelissimi nei posti di comando (per controllare la diffusione delle notizie sull'andamento della pandemia) e fiumi di denaro alla sanità privata. Tre pilastri che iniziano a traballare. La prima mossa del governatore, con l'esplosione della pandemia, è stata la sospensione di ogni rapporto con media e stampa. In pratica, il governatore ha azzerato le conferenze stampa. Una mossa per sottrarsi alle domande (scomode) dei giornalisti. L'unica verità giunge dai monologhi settimanali del governatore dalla sua pagina Facebook. È l'unica fonte di informazione. Per rendere il bavaglio impenetrabile, a fine settembre, la Regione Campania ha emanato una circolare imponendo il divieto per i manager dell'Asl di comunicare dati e notizie sul coronavirus. Secondo paletto: i fedelissimi piazzati nei punti di comando della catena di gestione dell'emergenza. Roberta Santaniello, ingegnere e componente in passato dello staff del presidente della giunta, è il perno dell'Unità di Crisi della Regione Campania: da lì partono i dati sulla pandemia. C'è poi Enrico Coscioni, consulente per la Sanità del governatore, spedito a capo dell'Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali: è l'ente che certifica, con la cabina di regia, i dati sul coronavirus che arrivano dalla Campania. Altro uomo del governatore è Ciro Verdoliva, direttore generale dell'Asl Napoli: l'azienda sanitaria che monitora gli ospedali più grandi della Regione. Terza mossa: un fiume di denaro è arrivato nelle casse delle strutture private. Sia nella prima ondata che in questi giorni, la Regione Campania ha requisito i posti letto nelle cliniche private: la cassa regionale sborsa 1000 euro a letto anche in caso di mancato utilizzo. Però ora, con la seconda ondata, il miracolo campano rischia di trasformarsi in un clamoroso bluff. La narrazione deluchiana viene smentita quotidianamente da una sanità al collasso.

Il ministro della Salute Roberto Salute nei giorni scorsi ha inviato un pool di ispettori per verificare la reale efficacia del piano anti-covid. Nella relazione finale, che poi ha determinato il passaggio della Regione da zona gialla a rossa - secondo quanto scrive La Repubblica - vengono individuate due criticità: l'inesistenza di una territoriale di assistenza e la mancanza di ogni programmazione. Intanto il numero dei positivi continua a salire: ieri 4.079 nuovi casi di contagio al coronavirus. Di questi, 346 sono pazienti sintomatici mentre 3.643 sono gli asintomatici.

Ma preoccupa l'allarme dei medici: «Stiamo portando le coperte ai pazienti che aspettano in auto di entrare in ospedale»- avverte Elio Manzillo, infettivologo dell'ospedale Cotugno di Napoli. Difficile, ormai, trovare una zona della Regione che non sia in sofferenza.

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