Coronavirus

Cosa rischia di chiudere?

Bonaccini: pronti a restrizioni. Boccia: ipotesi stop a mobilità. Slitta il vertice di maggioranza

Cosa rischia di chiudere?

Sembrano lontani i tempi del «mai più lockdown totale». Ormai con la curva epidemiologica che non si ferma, di chiusure più o meno generalizzate si parla eccome. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha detto che si sta lavorando giorno e notte per evitare misure drastiche. Lo stesso il premier Giuseppe Conte.

Ma di fonte all'aumento dei contagi il governo sta studiando nuove misure, più rigide di quelle che verranno inserite nel Dpcm previsto per il 15 ottobre. La linea è quella di procedere per gradi, prima con interventi più soft a livello regionale, come il mini-lockdown deciso dal governatore Nicola Zingaretti a Latina, poi con misure più severe a livello nazionale. Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, non esclude interventi in caso di aumenti dei contagi, neanche nuove limitazioni di spostamenti tra le regioni. «Non si può escludere nulla in questo momento. Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c'è una spia che si accende bisogna intervenire. La priorità assoluta per il governo e per le Regioni è difendere lavoro e scuola». È stato rinviato, però, il vertice sull'emergenza in programma ieri tra il premier Conte, il ministro Boccia e i capidelegazione della maggioranza.

Il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, dice no un nuovo lockdown generalizzato: «Il Paese non se lo può permettere». E respinge al mittente le accuse del consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi, secondo il quale non tutte le Regioni hanno affrontato con la stessa efficacia l'emergenza Covid. «Ricciardi non ha competenze istituzionali, e penso che abbia detto qualche parola fuori luogo», la replica di Bonaccini, che esclude il rischio di scontro Regioni-Governo «se saremo tutti responsabili e faremo come abbiamo fatto nella prima fase». Per Bonaccini è evidente che ci sono «ritardi da colmare e differenze, ma il lavoro fatto insieme ha pagato e credo che le Regioni siano state molte responsabili. «Per questo abbiamo chiesto di riattivare la cabina di regia. Il ruolo delle Regioni è stato indispensabile», dice. Nella Campania dei casi record, il governatore Vincenzo De Luca è pronto a chiudere tutto: «Se arriviamo a 1.000 contatti giornalieri e 200 guariti è lockdown: arriviamo alla chiusura di tutto».

Gli esperti stanno monitorando la situazione, poi toccherà all'esecutivo decidere se basteranno interventi mirati o si dovrà tornare a provvedimenti che limiteranno di nuovo le libertà di tutti.

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