Cronaca giudiziaria

Cospito deluso resta al 41 bis. Ma si ferma il processo

Il 41 bis non sarà revocato, come avevano chiesto i suoi avvocati, ma si fermerà il processo per Alfredo Cospito, l'anarchico da due mesi in sciopero della fame nel carcere di Sassari per protestare contro le sue condizioni di detenzione

Cospito deluso resta al 41 bis. Ma si ferma il processo

Il 41 bis non sarà revocato, come avevano chiesto i suoi avvocati, ma si fermerà il processo per Alfredo Cospito, l'anarchico da due mesi in sciopero della fame nel carcere di Sassari per protestare contro le sue condizioni di detenzione. Una questione che ha scatenato le proteste degli anarchici in tutta Italia, innalzando l'allerta nei luoghi più sensibili, essendo Cospito il primo anarchico sottoposto al 41 bis, di solito riservato a terroristi e mafiosi.

Il Tribunale di sorveglianza ha respinto il reclamo avanzato dai difensori contro il regime di carcere duro che gli era stato applicato per quattro anni, ma i giudici della Corte di Assise d'appello di Torino, accogliendo una richiesta della difesa, hanno sollevato una questione di legittimità costituzionale. Gli atti verranno dunque trasmessi alla Consulta.

Cospito è accusato di strage politica per l'esplosione di due ordigni nei pressi di una caserma dei carabinieri a Fossano, in provincia di Cuneo, la notte del 2 giugno 2006. Un attentato che però non ha causato né morti ne feriti. La norma su cui i giudici di Torino hanno chiesto un intervento è quella che impedisce di concedere l'attenuante del fatto di lieve entità se l'imputato è considerato recidivo. Per Cospito la Procura generale aveva chiesto l'ergastolo. Ma i giudici ora parlano di «lieve entità» del fatto, considerandola un'attenuante. La Cassazione aveva annullato la precedente sentenza di appello: per gli ermellini il reato per cui si doveva procedere era appunto la strage politica, anche se, come hanno osservato i magistrati piemontesi, il gesto «per un caso fortunato» aveva provocato solo «danni limitati alle cose». E poi, ricordano i giudici di Torino, nei processi precedenti la pubblica accusa aveva ritenuto anche lei di lieve entità il fatto contestato. Invece, in questa occasione, la Procura generale si era «discostata» chiedendo appunto l'ergastolo. Una dozzina di anarchici che ieri a Torino hanno seguito il processo, hanno protestato contro la decisione dei giudici. «Fascisti», «assassini», «vergognatevi», «avete le mani sporche di sangue», hanno gridato. Gli uomini della Digos li hanno identificati e adesso saranno denunciati. Proteste già c'erano state due giorni fa a Roma, dove sono stati bruciati cassonetti e danneggiate vetrate e bancomat, e a Bologna domenica mattina.

Qui due giovani hanno occupato una gru lasciando pendere dall'alto uno striscione con la scritta «il 41bis uccide».

Commenti