Nell'ultimo anno sono stati spesi per l'accoglienza degli immigrati ben 4 miliardi di euro. Per l'anno in corso ne sono stati destinati altri 5 da distribuire tra vitto e alloggio, interpretariato, mediazione culturale, progetti di integrazione, formazione e incentivi al lavoro. Ma malgrado le risors devolute all'universo del cosiddetto no profit il piano accoglienza appare farraginoso e carente nei servizi per l'integrazione ma, al contempo esageratamente costoso rispetto al fabbisogno reale.
Altro che 35 euro al giorno per ospitare ciascun migrante: si toccano addirittura punte di 42 euro come a Isernia per ben 1.423 stranieri, altri 35,54 euro al giorno per ciascuno degli 800 ospiti a Massa Carrara (800) e 35,49 per i 700 di Biella. L'intero settore andrebbe ridisegnato da capo. È quanto emerge dal rapporto dell'organizzazione InMigrazione che dopo aver mappato 101 prefetture ha decretato il fallimento del piano Minniti: «Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, ci auguriamo metta mano al settore per rivedere la direttiva Minniti che si rifà solo agli standard di mera assistenza escludendo i veri percorsi di integrazione. Chi esce dai Centri di accoglienza con in tasca il titolo di asilo spiega il presidente di InMigrazione Simone Andreotti - non ha gli strumenti per inserirsi nel mondo del lavoro e spesso non conosce la lingua italiana».
In base ai rilevamenti effettuati viene fuori che soltanto 16 su 101 bandi di gara indetti dalle Prefetture per l'apertura e la gestione dei centri, raggiungono una valutazione sufficiente. Diversamente 64 risultano carenti e 21 molto carenti. A cercare bene tra le centinaia di Uffici del governo sono solo 3 le prefetture virtuose individuate: Rieti, Siena e Ravenna. La maglia nera dell'accoglienza se la sono aggiudicata Cosenza, Crotone e Firenze dove i bandi di gara sono oltremodo insufficienti. E pensare che il Cas di Isola di Capo Rizzuto, a Crotone, già assurto agli onori delle cronache per via di arresti eccellenti per malagestione e appropriazione indebita di risorse, è in via di ristrutturazione. Il ministero dell'Interno ha incaricato Invitalia dell'onere di aggiudicare l'appalto per 5,3 milioni. Una cifra enorme ma basti pensare che il numero di ospiti supera anche il migliaio.
Eppure è proprio l'alta concentrazione di immigrati in uno stesso centro uno dei nodi che, secondo InMigrazione, deve essere risolto. Tra le criticità evidenziate c'è la dimensioni delle strutture: nel 68% dei casi la capacità ricettiva è tra gli 80 e i 300 utenti. Quanto alla quantità e qualità dei servizi alla persona si sottolinea un altro forte deficit: oltre il 60% non vengono erogati come stabilito per legge. Migliore è la situazione dell'assistenza sanitaria, considerata positivamente per 85 bandi sui 101 analizzati. Invece non viene posta la massima attenzione alla riduzione degli sprechi. Complessivamente per il 2018 sono stati impegnati solo per l'apertura e la gestione dei Cas oltre 2 miliardi di euro. Però se si conteggiano i giorni di permanenza dei richiedenti asilo per ottenere il documento definitivo sulla protezione, nella maggioranza dei casi la cifra raddoppia contando i due anni necessari affinché la commissione territoriale si esprima.
A questo proposito dall'organizzazione arriva un monito: «Se si rafforzasse tutta la filiera della domanda di asilo, fornendo risorse idonee alle questure, alle commissioni territoriali e ai tribunali civili, per accorciare drasticamente i tempi delle procedure si otterrebbe un risparmio annuo per l'erario stimabile in oltre 620 milioni di euro».
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