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Calenda continua a frenare sulla commissione sul Covid

Il leader di Azione frena sulla commissione Covid voluta da Renzi e dalla maggioranza

Calenda continua a frenare sulla commissione sul Covid

L’idea della commissione d’inchiesta sul Covid è stata partorita da Matteo Renzi che ha presentato la proposta nella scorsa legislatura, chiedendo pubblicamente a più riprese al Pd di votarla. Ma questi, insieme ai 5 stelle, si sono sempre rifiutati.

Diverse infatti sono state le inchieste, giornalistiche e della procura, che hanno fatto emergere pesante speculazione fra mascherine, ventilatori, e reparti ospedalieri, ma sono stati archiviati perché il commissario Arcuri fu coperto da immunità penale. Questo però non esclude la possibilità di un approfondimento politico su quanto accaduto.

Oggi con una nuova maggioranza quella commissione si può fare. Il primo a rilanciarla è stato ancora Renzi, addirittura dicendo “sono disposti a darmi persino il Copasir pur di non darmi la presidenza della commissione covid” riferendosi a Pd e 5 stelle.

Poi il presidente Meloni nel suo intervento programmatico ha annunciato l’obiettivo di fare luce su quanto accaduto nella gestione pandemica. Intenzione ripresa dal ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: “io penso che una commissione di indagine possa nascere, potrebbe anche essere che la guidi un esponente dell'opposizione, ma che la guidi un esponente dell'opposizione o maggioranza, io credo che vada fatta luce la gestione di fondi pubblici in maniera molto molto opaca, se c'è la commissione che indaga su questo per me è la benvenuta”.

La Lega ha subito presentato la proposta di legge, a firma del capogruppo Molinari: “Chiarezza sulla gestione della pandemia da Covid-19 in Italia. Nella scorsa legislatura, la Lega per prima ha presentato una proposta di legge, a mia prima firma, per istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sull'operato del Governo Conte II. Ora, l'abbiamo ripresentata”.

E quindi Italia viva: “Sulla scia del lavoro svolto durante la scorsa legislatura, abbiamo presentato una proposta di legge per istituire una commissione d'inchiesta sul Covid a firma Faraone-Boschi: il centrodestra voti la nostra proposta, così da accelerare i tempi. Mi appello direttamente al Presidente Giorgia Meloni che oggi si è espressa chiaramente sul tema, affinché si possa iniziare finalmente a fare luce sull'opaca gestione della pandemia". Così in una nota Davide Faraone, deputato di Italia Viva. "Dai respiratori cinesi, alle mascherine farlocche ai militari russi a Bergamo, troppo c'è da chiarire: chi si è arricchito o ha svolto strane manovre durante un momento così drammatico deve essere messo davanti alle proprie responsabilità”.

Si dice favorevole anche Francesco Boccia, che di quella stagione è stato uno dei principali protagonisti: "è utile aprire la discussione su cosa è avvenuto nei territori e al centro. Se l'obiettivo della bicamerale è entrare nel merito di responsabilità politiche e penali siamo pronti a un confronto serio da Nord a Sud, a partire dalle Regioni", ha detto Boccia in Senato dimenticando di essere lui il ministro che coordinava le Regioni in quel momento, e che proprio la Puglia governata dal suo capobastone Emiliano è quella col maggior numero di inchieste aperte sulla gestione Covid regionale, dall'ospedale in Fiera, alla fabbrica di mascherine, e il capo della protezione civile nominato da Emiliano arrestato mentre prendeva una tangente per quegli appalti.

Ma attenzione: la cosa non piace all'alleato del terzo polo Carlo Calenda, che già altre volte ha storto il naso rispetto a questa proposta: “Io penso che possa essere utile a patto che poi voltiamo pagina. Puntare sulle responsabilità di Giuseppe Conte sarebbe sbagliato- ha detto oggi Calenda a margine della discussione in senato- Renzi oltretutto era nel governo Conte. Potrei farlo io ma sarebbe controproducente. Sarà utile capire cosa è successo”.

Perche controproducente? In effetti il leader di Azione non ha mai criticato, anzi più volte difeso Arcuri e in generale tutta la gestione pandemica del governo Conte. Del resto le differenze, politche, tra Calenda e Renzi, nel terzo polo, erano evidenti da tempo.

Ma persino sulla scuola, che Calenda ha sempre messo tra i suoi obiettivi principali, durante il Covid ha difeso la dad e il tentativo di prolungarla, quando Italia viva, sola, lottava per riaprirla. Come del resto poi Draghi fece, con buona pace di Speranza e i chiusuristi.

E mentre Renzi cavalcava le notizie che venivano fuori su Arcuri, D’Alema, Conte, Speranza, Calenda invece, che pure non si risparmia in polemica, su questo molto più placido. Sarà forse perché Walter Ricciardi, componente della segreteria nazionale di Azione, era consulente Covid (gratuitamente) di Speranza?

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