Coronavirus

Il Covid spazza via il Carnevale di Rio. Neanche le guerre lo avevano fermato

Dopo 126 appuntamenti consecutivi il Brasile rinuncia alle feste. Bocciata l'ipotesi di farlo a luglio: "Non si balla sui morti"

Il Covid spazza via il Carnevale di Rio. Neanche le guerre lo avevano fermato

San Paolo. Per la prima volta dal 1893 Rio non celebrerà il Carnevale. Niente ballerine che ballano il samba, né carri allegorici, nessun «Rei Momo» a cui dare le chiavi della città, in quella che è considerata la più grande festa del pianeta per giro d'affari, consumo di alcol, di condom e di divertimento ma anche per «brasilianità». Già perché, checché se ne possa pensare, il Carnevale a Rio, ma anche a Salvador, Olinda, Ouro Preto, Sao Paulo, Manaus e in decine di altre città verde-oro è anche cultura, costume e storia, oltre che la rappresentazione più democratica di un Paese come il Brasile dove, nella settimana della festa, ricchi e poveri si trovano a celebrare e condividere insieme.

Dove non era riuscita neanche la seconda guerra mondiale, alla quale il Brasile prese parte - eroici a Monte Castello i soldati verde-oro che furono gli ultimi a combattere fino al 28 aprile i nazisti, a Fornovo di Taro, in Emilia Romagna è dunque riuscito il Covid19. E così, dopo 126 carnevali consecutivi, per la prima volta Rio non vedrà ballare in strada la sua gente e il sambodromo Marquês de Sapucaí non si riempirà. Neanche a luglio, che a queste latitudini è pieno inverno anche se le temperature non scendono quasi mai sotto i 20 gradi.

Già perché il Carnevale carioca si era sempre tenuto a febbraio o a marzo ma a metà dello scorso anno, quando era chiaro che l'emergenza Covid19 in Brasile sarebbe durata molti mesi, le autorità avevano spostato l'evento a luglio, sperando che le cose migliorassero. Purtroppo non è successo e oggi il Brasile, pur essendo «appena» il 26esimo Paese al mondo per morti da Covid19 ogni milione di abitanti 1.004 contro i 1.127 del Messico, i 1.402 dell'Italia e i 1.775 del Belgio è ancora in piena emergenza, soprattutto proprio la regione di Rio, la peggiore di tutte, con 1638 morti ogni milione di abitanti. Per questo giovedì notte il sindaco della «cidade maravilhosa» Eduardo Paes ha annunciato che «è impossibile fare festa a metà 2021. Non ho mai nascosto la mia passione per il Carnevale e la visione che ho dell'importanza economica di questo evento culturale per Rio ma non ha senso organizzare il Carnevale a luglio». D'accordo con la decisione di Paes tutti i principali protagonisti delle sfilate. «Sono innamorato del Carnevale, vivo per lui ma quest'anno sono contro, non si può fare, per l'amor di Dio! E guarda che mi serve, farò fatica economicamente, perché questa festa oltre ad essere un piacere è la mia fonte di sostentamento, ma la cosa più importante adesso è la salute», spiega il cantante e compositore di samba Neguinho da Beija-Flor. «Il sindaco ha dimostrato di avere buon senso gli fa eco la carnevalesca della scuola di samba Imperatriz Leopoldinense, Rosa Magalhaes - Ci sono così tante persone che muoiono, mancanza di letti e di ossigeno. In primo luogo dobbiamo vaccinare le persone e curare i malati». «Che cosa squallida pensare di sambare sui cadaveri» si sfoga Milton Cunha, uno dei più celebri commentatori della tv Globo di questo spettacolo che non ha eguali al mondo, ma anche un ex carnevalesco delle principali scuole di samba carioca, dagli Unidos da Tijuca alla Beija Flor. «Cos'è questa voglia di fare festa? Dobbiamo dimostrare solidarietà con tutte le persone che hanno sofferto e ancora soffrono per questa malattia ed applaudire i professionisti, i medici e le infermiere, che sono in prima linea. Certo, tutti ci chiediamo come sopravviveranno i lavoratori che ruotano intorno al Carnevale, che sono tanti, i venditori ambulanti e chi opera nel turismo ma quest'anno è così.

La speranza è che la festa torni nel 2022».

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