Cremazione, un vero boom Ora anche la Chiesa dice «nì»

Una scelta che ormai riguarda un italiano su cinque Un documento del Vaticano la ammette (solo in parte)

V ietato disperdere le ceneri al vento, in mare, o tenerle in un'urna in casa. Le ceneri vanno conservate nei cimiteri. Il Vaticano pubblica l'istruzione «Ad resurgendum cum Christo» e per la prima volta scrive nero su bianco le linee-guida sulla sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione. Una scelta che ormai riguarda un quinto degli italiani. Come anticipato dal Giornale nei giorni scorsi, il documento elaborato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede chiarisce che è consentita la cremazione, anche se resta «la preferenza della sepoltura dei corpi». «La Chiesa si legge raccomanda insistentemente che i corpi dei defunti vengano seppelliti nei cimiteri o in altro luogo sacro». E dunque, «l'inumazione è la forma più idonea per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale».

«La cremazione prosegue il testo presentato ieri in Vaticano non è di per sé contraria alla religione cristiana e non siano più negati i sacramenti e le esequie a coloro che abbiano chiesto di farsi cremare, a condizione che tale scelta non sia voluta come negazione dei dogmi cristiani, o con animo settario, o per odio contro la religione cattolica e la chiesa». La pratica, dunque, «non è vietata, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana».

Diverso è il discorso delle ceneri dei defunti, che «devono essere conservate in un luogo sacro, cioè nel cimitero, o se è il caso in una chiesa o in un'area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica». Dunque, «la conservazione delle ceneri nell'abitazione domestica non è consentita. Soltanto in caso di circostanze gravi ed eccezionali» si può «concedere il permesso». Tuttavia, «le ceneri non possono essere divise tra i vari nuclei familiari».

L'Istruzione dell'ex Sant'Uffizio è ancora più esplicita nell'ultimo paragrafo, quando afferma che «per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non è permessa la dispersione delle ceneri nell'aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti». C'è un ultimo caso che il Vaticano prende in considerazione: è quello della volontà espressa dal defunto. «Nel caso in cui il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana, si devono negare le esequie, a norma del diritto», scrive l'ex Sant'Uffizio.

La cremazione è una scelta in espansione in Italia che però confrontando i dati con gli altri Paesi d'Europa resta il fanalino di coda. Secondo un sondaggio realizzato dal Codacons, nel Belpaese la quota di defunti cremati è pari al 21 per cento del totale, contro il 70 del Regno Unito. In tutta Italia, nel 2015 si sono registrate 137.165 cremazioni, in crescita del 16 per cento rispetto all'anno precedente.

Un fenomeno che, tuttavia, non è omogeneo sul territorio: mentre aumenta nel Nord, in particolare a Milano, non decolla al Sud, sia perché la tradizione del funerale classico non lascia spazio ad altre opzioni, sia a causa della minore diffusione di poli crematori.

Sul fronte dei costi, il settore della cremazione genera in Italia un giro d'affari intorno ai 70 milioni di euro, secondo i dati del 2015, con tariffe estremamente diversificate sul territorio. Un funerale classico, con il corpo che viene trasportato dalla camera mortuaria alla cremazione, costa intorno ai 1200 euro; la metà rispetto ai 2500-3000 euro di un funerale che si conclude con l'inumazione.

Una legge italiana del 2001 ha inoltre stabilito che «la cremazione nel nostro Paese è a tutti gli effetti servizio pubblico locale sottoposto a un regime di prezzi controllati, e sulla base di tale norma vengono individuate le tariffe massime applicabili al pubblico: ogni comune, tuttavia, può differenziare le proprie tariffe, prevedendo incentivi e sconti per i residenti». Secondo il portale funerali.org, nel 2016 il costo di una cremazione di un cadavere si aggira intorno ai 600 euro, mentre la dispersione delle ceneri in cimitero costa 245 euro.

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