Tornano a crescere i numeri del contagio da Covid19, sia in termini assoluti sia in rapporto ai tamponi. I test che hanno evidenziato un contagio ieri sono stati 18.236 (mercoledì erano stati 17.572) su un totale di 185.320 test messi a referto (mercoledì erano stati 199.489), con una percentuale che torna a sfiorare il 10 per cento (9,84, mercoledì era 8,81). Nulla di preoccupante ma certamente un segnale che la curva della pandemia non accenna a flettersi, o quanto meno lo fa con estrema lentezza. E questo mette paura dal momento che tra qualche giorno si inizieranno a vedere gli effetti nefasti dello shopping natalizio e dei consequenziali assembramenti sul bollettino quotidiano.
Detto che gli attualmente positivi sono ancora in calo (633.433), che il numero totale dei casi dall'inizio dell'emergenza sanitaria sfiora ormai i due milioni (1.906.377) e che il numero dei decessi non accenna a calare (ieri 683, tre in più rispetto al giorno precedente), le uniche notizie buone arrivano dal fronte ospedaliero, con un calo di 541 unità nel numero dei ricoveri complessivi, che sono 29.282, di 470 unità nel numero di quelli che si trovano in reparti ordinari, che sono 26.427, e di 71 dei ricoverati in terapia intensiva, che ora sono 2.855. Importante rilevare che il «censimento» dei malati Covid gravi è sceso di quasi mille unità (esattamente 993) dallo scorso 25 novembre, e quindi in ventidue giorni di segno meno costante.
Il panorama regionale
segnala che il Veneto ha ancora il maggior numero di contagi in assoluto (4.402) e rispetto ai tamponi (22,49 per cento). Bene la Lombardia, con 2.730 casi su 31.587 tamponi e un indice dell'8,64, sotto la media nazionale.
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