Crisi di governo, la guerra sul calendario svela già le nuove alleanze

La conferenza dei capigruppo non arriva ad un accordo per la mozione di sfiducia a Conte. Salvini: "Votiamo subito"

Crisi di governo, la guerra sul calendario svela già le nuove alleanze

Sono ore di fuoco queste. La capigruppo, dopo circa due ore di colloquio, ha deliberato che la decisione sulla data per la mozione di sfiducia di Giuseppe Conte verrà presa domani con un voto in Aula, in quanto il colloquio si è chiuso con la mancata unanimità sulla calendarizzazione del voto di sfiducia. La conferenza dei capigruppo del Senato, quindi, si conclude con una spaccatura sulla tempistica per il voto della mozione di sfiducia. Una spaccatura che in realtà va a delineare le nuove alleanze.

Da una parte, siedono le autonomie, il Gruppo misto, Liberi e Uguali, il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico, che tramite il proprio capogruppo Andrea Marcucci, parla di uno "spettacolo indegno". Pd e M5S non condividono la scelta della presidente Elisabetta Casellati di convocare l'Aula per domani alle 18.00 e parlano di "forzatura inaudita", giustificata da "un accordo con Salvini". E vogliono che Conte riferisca in Senato il 20 agosto. Dall'altro si presenta unito il centrodestra con Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Ma in questi due "schieramenti" c'è una lotta intestina nel primo. Perché se da una parte c'è chi vede bene l'alleanza M5S-Pd (nonostante tutto quello che si sono detti in questi anni), dall'altra c'è chi non ci crede troppo. Ci sono, quindi, i renziani (favorevoli) e i zingarettiani (contrari). Ma anche nel MoVimento le idee non sono troppo chiare.

Intanto, il centrodestra unito si dice pronto a votare la sfiducia a Giuseppe Conte già il prossimo 14 agosto. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega, conferma la volontà di andare subito al voto e non teme di andare in minoranza in Aula: "È giusto che sia l'Aula a decidere, questo è un momento particolare. Non si tratta di capire se saremo battuti o meno, ma di rispettare la prassi. Forza Italia e Fratelli d'Italia sono sempre stati coerenti nel chiedere le elezioni e oggi si sono comportati di conseguenza".

Con questi animi e con questo clima si va a domani, quando ci sarà il voto dell'Aula sul calendario del Senato. Intanto, Matteo Salvini, nella sala congressi del Grand hotel Palatino di Roma, ha riunito i gruppi parlamentari. Il ministro dell'Interno è stato accolto con una lunga standing ovation e cori di esortazione. A conclusione della riunione Salvini chiede che si vada subito al voto: "Noi siamo pronti a votare anche domani. L'Italia non si può permettere di perdere settimane. Qualcuno la sta tirando in lungo. L'unica cosa che non ci interessa è scaldare la poltrona".

E rispondendo alle domande dei giornalisti, il leader del Carroccio replica fra le righe agli attacchi delle ultime ore di Luigi Di Maio. "Unico patto per poltrone è quello Renzi-M5S - dice -.

Se siamo pronti a ritirare i ministri leghisti? Siamo pronti a tutto l'unica cosa che non vogliamo è scaldare le poltrone. Lo vedrete nelle prossime ore. La democrazia è dare la voce al popolo, noi siamo per dare la voce al popolo. Mi affido alla saggezza del Presidente della Repubblica, è evidente che non c'è un'altra maggioranza".

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