M5S e Lega ormai sono lontanissimi. Sembra impossibile che i due (ex?) alleati di governo possano tornare insieme a guidare il Paese. La crisi c'è e si vede. La si sente pure. In queste ore, dopo la mozione di sfiducia depositata dalla Lega, dopo la spaccatura dei capigruppo, dopo un papabile inciucio Pd-M5S, ma soprattutto dopo gli insulti e gli attacchi grillini contro il leghista, le due (ex?) anime del governo corrono la propria partita.
Il MoVimento apre ai dem, mentre la Lega si confronta con FdI e FI. E tutto si gioca in queste ore, sulla caledarizzazione della sfiducia a Giuseppe Conte. Ma se da una parte Luigi Di Maio accusa Salvini di essere attaccato alla poltrona e di aver voltato le spalle agli italiani, dall'altra il leader del Carroccio gli risponde per le rime. "Siamo pronti a tutto. L'unica cosa che non ci interessa è scaldare le poltrone", ha così risposto ai cronisti dopo l'incontro con i parlamentari leghisti nella sala congressi del Grand hotel Palatino di Roma.
Ma cosa è successo durante l'assemblea con i parlamentari della Lega? Stando a quanto riferisce l'Agi, Matteo Salvini avrebbe detto ai suoi che "domani sarà una giornata importante". Il leader del Carroccio - sempre sencondo l'Agi - avrebbe anche spiegato di aver incontrato "il presidente della Repubblica, Giorgio Mattarella. Per ben tre volte. 'E vi assicuro che è di un altro stile, di lui ci si può fidare'. È proprio domani che il vicepremier della Lega potrebbe ritirare i ministri dal governo ("Se siamo pronti a ritirare i ministri leghisti? Siamo pronti a tutto l'unica cosa che non vogliamo è scaldare le poltrone", ha detto ai cronisti, ndr). Dando le dimissioni dal Viminale e così un'accelerazione sulla crisi. Lasciando inoltre la palla al Movimento 5 stelle e al Pd".
L'Agi, quindi, parla di ore dallo scoppio della vera bomba. Salvini - stando sempre alle indiscrezioni dell'agenzia stampa - avrebbe riunito i suoi "per approntare già i temi della campagna elettorale che a suo dire si giocheranno sul taglio delle tasse e sul sì alle infrastrutture. 'Le elezioni - ha aggiunto - saranno un referendum, occorre prepararsi a tutto, non allontanatevi da Roma. E in ogni caso come diceva Bossi quando si prende una decisione non si torna più indietro, con M5s siamo andati fin troppo avanti, ma la pazienza era finita'".
E se queste sono soltanto indiscrezioni, Salvini dice in chiaro una frase che vale più di mille parole.
"Molti del M5S - ha detto a In Onda su La7 - mi chiamano, sono persone con cui ho lavorato bene, non farò i nomi nemmeno sotto tortura, però mi dicono: 'Non vogliamo passare dalla rivoluzione a morire renziani...'".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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