Economia

Scoppia la guerra del "Prosek": chi vuole fregare l'Italia

Zagabria chiede alla Commissione europea di tutelare il suo Prosek. Il sottosegretario Centinaio chiede stop procedura

Ordinate il "Prosek"? Occhio, così vogliono fregare l'Italia

La Croazia è pronta a scippare il Prosecco all’Italia e a mettere in dubbio la tutela di una delle eccellenze del Made in Italy. Gianmarco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole nel governo guidato da Mario Draghi, denuncia le manovre di Zagabria e la complicità della Commissione europea: “La richiesta presentata dalla Croazia di dare avvio alla procedura di riconoscimento della menzione tradizionale Prosek è irricevibile. La Commissione europea blocchi subito questo tentativo e non proceda con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il rischio è altrimenti quello che finisca con il violare le sue stesse norme. Il Prosecco è legato al suo territorio che dal 2019 è stato anche riconosciuto dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Le stesse regole Ue tutelano le denominazioni di origine e le indicazioni geografiche protette da ogni forma di concorrenza sleale”.

Il sottosegretario alle Politiche agricole sottolinea che le normative e la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea tutelano le denominazioni dei prodotti sottoposti a tutela e combattono tutte le forme di parassitismo commerciale. Il leghista originario di Pavia ricorda che l’impegno del Governo è chiaro: “Il nostro Paese è dalla parte delle eccellenze agroalimentari italiane e ne difende l'unicità. Nostro dovere è contrastare l'Italian sounding che ogni anno sottrae alla nostra economia decine di miliardi di euro”. Sul tema non poteva non intervenire Luca Zaia, ministro delle Politiche agricole quando il Prosecco venne pienamente tutelato seguendo le normative europee in materia. Il governatore veneto spiega che quello mandato in onda dai croati è un film già visto: “Ogni tanto ci riprovano, come un vecchio tormentone. Ma il Prosecco ha una sua identità che non può essere assolutamente confusa. È scandaloso che l’Europa consenta di dare corso a simili procedure: non si tratta soltanto di scongiurare la confusione sui mercati ma di salvaguardare un diritto identitario. Stiamo parlando di prodotto che riconosciuto con la massima denominazione, la DOCG, con precise zonazioni”. Il presidente della Giunta veneta ricorda anche un precedente che non gioca a favore dell’Italia: “Di fronte all’Ungheria abbiamo dovuto rinunciare al nome del Tocai, nonostante fosse prodotto anche da noi. In questo caso non si deve assolutamente cedere sotto il profilo identitario. La difesa non è solo un atto di protezionismo agricolo, economico o commerciale. È una difesa della nostra storia e della nostra identità. Ci sono temi sui quali non si può transigere”.

Annuncia battaglia anche Luca De Carlo, senatore e responsabile agricoltura di Fratelli d’Italia: “Prima vogliono farci mangiare gli insetti, poi danno soldi agli influencer per sostenere la nuova agricoltura, poi ancora e imitazioni della carne, il vino senza alcol e il semaforo del NutriScore per dirci cosa mangiare e cosa no, e ora l'ennesimo attacco al nostro sistema produttivo agricolo.

Mi auguro che la Commissione europea abbia un sussulto di dignità e non pubblichi la richiesta della Croazia in Gazzetta Ufficiale, difendendo così il regolamento dell'Organizzazione Comune dei Mercati da lei stessa stabilito”.

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