La Croce Rossa in Africa per informare i migranti: "Non gli diremo di non partire"

La nuova campagna sarà un'opera di comunicazione dei rischi della migrazione, ma è rivolta a quelli che "cercano l'Eldorado" e che spesso non possono richiedere lo status di rifugiato

La Croce Rossa in Africa per informare i migranti: "Non gli diremo di non partire"

Campagne d'informazione, non v'è dubbio, non sono una cosa negativa. Anche quando si va in Africa, nei paesi da cui partono i migranti che in massa in questi giorni stanno sbarcando sulle nostre coste. Ma l'operazione della Croce Rossa Italiana per "informare i migranti dei rischi" che possono correre lasciando la loro casa per cercare fortuna in Europa, fa sorgere alcune perplessità.

"Stiamo strutturando una grande campagna di comunicazione – ha spiegato a IlFattoQuotidiano.it la portavoce di Croce Rossa Italiana, Laura Bastianetto – che potrebbe svilupparsi in maniera simile a quella fatta in Sierra Leone per l’ebola, dove da un lato i volontari si recavano di persona fin nelle zone più remote, e dall’altro si agiva via sms, essendo la telefonia mobile molto diffusa. Stiamo pensando di fare lo stesso per informare sui rischi del viaggio, rivolgendoci ovviamente alle persone che non stanno a loro volta rischiando la vita dove si trovano, ma a chi dal piccolo villaggio crede di andare nell’Eldorado. A loro diciamo quali sono i pericoli in cui potrebbero incorrere". Ed ecco il primo punto: la Cri non informerà "chi scappa dalle guerre ed è perseguitato", come spesso si sente dire in riferimento ai migranti, ma da quelli che non hanno nessun titolo per venire in Italia. Perché si muovono con il desiderio di trovare un lavoro, ma non sono profughi o perseguitati dai governi dei loro Paesi.

Queste parole, dunque, dimostrano che disegnare tutti i migranti che arrivano nei barconi come disperati in fuga dalla guerra sia un errore, o un modo voluto per mistificare la realtà. Chi "cerca l'Eldorado", infatti, lascia la propia casa nella speranza di ottenere un lavoro che ne migliori le condizioni di vita, ma l'Italia non può certo ospitare tutti i lavoratori stranieri che lo richiedono. Perché allora informarli solamente e non provare a dissuaderli?

Non c'è solo questo nelle parole della portavoce della Cri, infatti, che lascia sgomenti. "Sia chiaro – spiega la Cri sempre al Fatto –: noi non diciamo 'non partire', diciamo che ognuno ha il diritto di avere un’altra chance e di scegliere per se stesso la via più sicura. Questo l’abbiamo sempre sostenuto e lo ribadiamo". La Cri, quindi, informerà "sui diritti che si hanno dopo il viaggio, ma anche sui rischi per chi non ha la possibilità di ottenere lo status di rifugiato". Nessuno sforzo, quindi, per dissuadere i potenziali migranti.

In questo modo, ci pare, la campagna d'informazione rischia di ottenere il risultato contrario: anziché frenare il fenomeno, finirà per alimentarlo.

Invitando gli immigrati a partire lo stesso. Anche se già consapevoli che qui non potranno rimanere.

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