Coronavirus

Crolla (finalmente) il numero dei morti: ieri "solo" 260

Scende ancora l'aumento dei nuovi contagi (2.324) ma tornano a salire i positivi attivi (+256)

Crolla (finalmente) il numero dei morti: ieri "solo" 260

E arrivò la domenica delle poche salme. Quella in cui il dato che non voleva calare, quello che ogni giorno conta le nuove croci del cimitero del Covid, improvvisamente scende solo sotto quota 400 ma addirittura sotto quota 300. I morti contati ieri sono appena 260, un dato 260, il dato più basso dall'ormai lontano 14 marzo, quando i nuovi decessi furono 175. Ma allora il trend era in netta crescita (sarebbe arrivato al picco di 969 morti del 27 marzo). Il totale dei morti è di 26.644, dei quali la metà (13.325) in Lombardia, dove ieri sono stati «appena» 56, un dato molto basso che fa sperare che anche nella regione più popolosa d'Italia si sia finalmente imboccata la strada del ritorno alla normalità. Continua invece a preoccupare il Piemonte, dove ieri si sono contati lo stesso esatto numero di decessi della Lombardia (56) ma con un toale molto più basso (2.823). Davanti al Piemonte nel numero di morti c'è ancora l'Emilia-Romagna con 3.386 ma una tendenza netta al ribasso (39 nuovi decessi ieri).

Moderato l'aumento dei nuovi contagi, con una crescita (+2.324) leggermente inferiore a sabato (2.357), la più bassa di aprile dopo il 2.256 del 20 aprile. Il totale dei contagi è di 197.675, con la Lombardia a quota 72.889 (il 36,8 per cento del totale). Riprende a salire, dopo sei giorni di calo, il numero dei contagi attivi: sono 106.103, con una crescita di 256 casi. La Lombardia continua ad avere un terzo dei positivi attivi, esattamente il 33,14 per cento, ovvero 35.166, con un aumento di 693. Vuol dire che se non ci fosse stata la Lombardia anche ieri i malati attuali sarebbero diminuiti.

Dei malati attivi sono 2.009 quelli in terapia intensiva (con una diminuzione di 93), che sono ormai meno della metà di quelli che c'erano a inizio aprile. Scendono anche in Lombardia, di 18 casi (e non era scontato). I malati sintomatici ricoverati sono 21.372, con un calo di 161 (ma in Lombardia aumentano di 8) mentre gli asintomatici che si trovano in isolamento domestico fiduciario sono ora 82.722, con un aumento di 510 che in realtà è tutto giustificato dall'aumento lombardo (+719).

I guariti sono 64.928, con un aumento piuttosto limitato (+1.808), il più basso dal 15 aprile. Pochi dimessi in Lombardia (+171), dove la giornata quindi non è stata del tutto positiva. Tutti i numeri vanno letti in funzione del numero di tamponi, che ieri è stato più basso rispetto al trend degli ultimi giorni, meno di 50mila (esattamente 49.916), che si spiega probabilmente con i due giorni festivi consecutivi. Inoltre i nuovi casi testati sono solo 24.113 (gli altri 25.803 tamponi sono stati fatti su pazienti già tamponati in precedenza) e questo spiega il freno tirato per tutti i dati riguardanti i contagi (quello sulle morti ovviamente è indpendente dal numero di temponi). I tamponi totali effettuati finora in Italia sono 1.757.659, con la Lombardia in testa (337.797) e il Veneto al secondo posto (316.361), dato quest'ultimo che spiega il tutto sommato ridotto caso di morti nella regione guidata da Luca Zaia, appena 1.315, con un indice di mortalità del 7,52 per cento, nettamente inferiore non soltanto rispetto alla media nazionale (13,47) ma anche a quello delle altre regioni più colpite.

A partire da quella Lombardia dove la mortalità tocca un angosciante 18,28.

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