Coronavirus

Crolla a Quanzhou l'hotel della quarantena. Sotto le macerie restano decine di contagiati

Potrebbero esserci dei morti. L'edificio era stato inaugurato solo 2 anni fa

Crolla a Quanzhou l'hotel della quarantena. Sotto le macerie restano decine di contagiati

La vita, alla fine è questa cosa qui. Che ti aspetti uno schiaffo su una guancia da destra e ti arriva un pugno nello stomaco da sinistra. Si potrebbero scrivere romanzi su quanto è accaduto ieri a Quanzhou, dove è crollato un hotel requisito per ospitare le persone in quarantena da coronavirus. Ci sono probabilmente anche dei morti sotto le macerie, dove lavorano i soccorritori. Dopo poche ore dall'incidente erano state estratte 43 persone vive, ma il bilancio di questo disastro nel disastro è ancora tutto da scrivere. E sarà non l'ultimo dei capitoli di un romanzo che sta sconvolgendo il pianeta Terra. Anche perché un romanzo non è. Tutto è accaduto alle 19,30 ore locali di ieri, quando da noi erano le 12,30, a Quanzhou, una metropoli delle tante in Cina, otto milioni di abitanti nella regione di Fujian, un grande porto di fronte a Taiwan. Wuhan, l'altra megalopoli da dove è iniziato tutto questo, è distante circa 700 chilometri, nell'interno del Paese. Lo Xinjia Hotel, appartenente a una grande catena con molte strutture in tutta la Cina, è collassato d'improvviso.

Crolla seppellendo decine di persone che erano state raccolte lì non perché infette ma perché messe in quarantena per essere state a contatto con persone risultate positive al Covid-19. «Stavo cenando a casa - racconta un testimone - quando ho sentito come un'enorme esplosione. Solo quando mi sono affacciato al balcone ho capito che era crollato l'hotel». Immediatamente sono partiti i soccorsi. Decine di vigili del fuoco illuminati dalle torce nella fredda notte cinese si sono messi a scavare con la doppia preoccupazione di cercar corpi e di proteggersi in qualche modo da eventuali contagi. Anche il ministero per la Gestione delle emergenze di Pechino ha inviato rinforzi per aiutare nei soccorsi.

Lo Xinjia Hotel era una struttura modernissima, aperta secondo quanto riferisce il sito di informazione cinese in lingua inglese Global Times nel giugno del 2018, con una facciata tutta di vetro e insegne pubblicitarie. Dispone a di 80 camere e vista la stagione e il momento storico era apparso come una delle soluzioni migliori per ospitare persone destinate a restare isolate per quattordici giorni. Non si conoscono ancora i motivi del crollo, sul quale naturalmente è stata aperta un'indagine.

La Cina resta di gran lunga il Paese con il maggior numero di contagi per Covid-19, che secondo la Johns Hopkins CSSE sono a tutto ieri 80.652, quasi l'80 per cento dei 102.472 casi confermati in tutto il mondo. In Cina si conta anche il maggior numero di morti, 3068 su un totale globale di 3491, concentrati per lo più nella regione di Hubei (2959). La seconda regione cinese per numero di decessi, l'Henan, ne conta «appena» 22, molti meno poco più di un decimo del 197 italiani.

Nella regione del Fujian al momento soltanto una persona ha perso la vita per il virus e il bilancio del crollo dell'albergo sarà probabilmente assai più serio. AnCu

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