RomaAlla fine, arriva la voce del Csm a stigmatizzare la vicenda del giudice milanese che si è dimesso clamorosamente, in dissenso con l'assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby pronunciata dal collegio d'appello che lui stesso presiedeva.
Pressato da vari consiglieri sul «caso Tranfa», il vicepresidente di Palazzo de' Marescialli Giovanni Legnini apre il plenum con una dichiarazione: «Spero che ognuno di noi si riconosca nella posizione del presidente della Corte d'Appello di Milano Giovanni Canzio, che io sottoscrivo integralmente». Si riferisce alle dure critiche sulla violazione del segreto della camera di consiglio e sulla forte espressione di solidarietà ad Alberto Puccinelli e Concetta Lo Curto, gli altri membri del collegio presieduto da Enrico Tranfa. Legnini aggiunge che «non ci sono le condizioni per aprire alcun procedimento o per intervenire» su quello che definisce «un precedente inedito per modi e tempistica». Consiglieri laici e togati, avevano discusso in questi giorni, tra loro e con lui, della possibilità di aprire una pratica a tutela dei due giudici a latere , o addirittura un'iniziativa disciplinare. Ma per Legnini non ci sono margini, «tanto più che il presidente Tranfa non ha esternato le motivazioni del suo atto», né «ci sono state motivazioni rivolte al Csm ad intervenire su questa vicenda». Solo se si muovessero Canzio o Puccinelli e Lo Curto, l'organo di autogoverno delle toghe potrebbe rispondere.
Tutto questo avviene in un Csm ancora orfano di un membro laico. Dopo la bocciatura di Teresa Bene, proposta dal Pd ma rivelatasi senza i requisiti all'insediamento, il parlamento è in uno stallo di cui Giorgio Napolitano si dice, ancora una volta, «rattristato». Ora quella poltrona potrebbe andare ad un candidato del M5S: si è parlato di Alessio Zaccaria, ordinario di diritto civile a Verona. Sarebbe questa la proposta di Matteo Renzi per sbloccare l'impasse delle Camere anche sulla Consulta. Il Pd rinuncerebbe al posto al Csm, in cambio dell'appoggio dei grillini a due candidati, uno dem e uno azzurro, ma tecnici e di alto profilo. Magari due donne e separando le votazioni per Csm e Consulta. Luciano Violante uscirebbe di scena, ritirandosi come già hanno fatto in tre sul fronte azzurro: Antonio Catricalà, Donato Bruno e Francesco Caramazza. Ieri Silvio Berlusconi ha annunciato di avere 3 autorevoli proposte da fare, ma c'è malumore nel partito sulla mossa del premier che viene giudicata «molto grave».
I 143 voti grillini si sono dimostrati necessari in questi mesi e il Csm deve avere il suo plenum, come la Consulta, nel momento in cui si trova di fronte questioni politicamente sensibili da trattare. La prima è il parere sulla responsabilità civile dei magistrati, all'esame del Senato tra mille polemiche. Legnini ha fissato un plenum straordinario per mercoledì prossimo, nella settimana «bianca». Ci lavora la Sesta commissione, che oggi dovrebbe concludere l'esame sia del ddl governativo, poi tradotto in emendamenti, che del testo Buemi già votato in parte in Commissione Giustizia.
Per Elisabetta Alberti Casellati, laica di Fi, era meglio attendere il sì del Senato, ma per Renato Balduzzi, laico Sc, meglio fare prima possibile. Mercoledì si parlerà anche dell'abbassamento dell'età pensionabile e di nomine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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