Csm, il vicepresidente Ermini: «Mai incontri, per loro ero l'ostacolo»

Oggi la resa dei conti tra correnti nell'Anm. Unicost boccia l'ipotesi del sorteggio

Lodovica Bulian

«Gli accadimenti delle ultime settimane costituiscono un tradimento istituzionale». Unicost si riunisce in un'assemblea drammatica, convocata d'urgenza dopo gli sviluppi dello scandalo del Csm deflagrato proprio da un esponente di spicco della corrente, Luca Palamara.

Oggi, tra le correnti dei magistrati, la prima grande resa dei conti. Questa mattina si riunisce infatti il «parlamentino» dell'Anm, dopo la frattura che si è registrata in settimana e che ha visto tutte le correnti contro Magistratura indipendente, l'unica contraria alle dimissioni degli autosospesi. Il presidente dell'Anm Pasquale Grasso, che si è dimesso da Mi ma non dall'incarico in Anm, non si presenterà dimissionario. Ma con la giunta ormai sfiduciata è probabile che alla fine verrà fuori un nuovo assetto, con l'ingresso delle toghe di Unicost, Area, e col probabile allargamento ai «grillini» di di Autonimia e indipendenza di Piercamillo Davigo.

Intanto, appunto, Unicost. Nel documento finale, dopo quanto emerso dalle intercettazioni che tirano in ballo il Quirinale, dalla corrente arriva il «grato riconoscimento» al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «custode del governo autonomo della magistratura». E un appello, che sulla «la questione morale» si prendano «decisioni rigorose, coerenti e concrete». Viene bocciata però l'ipotesi di un sorteggio per eleggere i componenti togati, avanzata sia dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e ventilata anche da quello della Pa Giulia Bongiorno: «È solo cieco affidarsi al crudele gioco di una roulette russa in cui il grilletto in mano lo avranno ancor più in mano le lobby e le massonerie di turno, arbitre della terribile solitudine del baciato dalla sorte», dice il presidente della corrente Mariano Sciacca. Non è quella la soluzione: «Siamo in crisi. Oggi siamo chiamati a una riflessione alta sulla politica associativa e sul ruolo delle correnti, sul funzionamento del Csm e sulla sua credibilità, al di là delle singole persone coinvolte».

Luca Lotti prova a difendersi, dopo i suoi colloqui con Luca Palamara riportati nelle intercettazioni: «Non ho commesso alcun reato, pressione o forzatura. Per il resto, mi sono autosospeso dal Pd in attesa che la situazione si chiarisca». È poi il vicepresidente del Csm Davide Ermini a smentire «in modo fermo di aver partecipato ad incontri con Palamara, Ferri e Lotti riguardanti le nomine di alcuni procuratori», e a ribadire che, come emerso dalle intercettazioni, loro «mi consideravano un ostacolo. Il mio unico riferimento è il capo dello Stato Mattarella». Il vicepresidente ha convocato un plenum straordinario per domani alle 17.30: all'ordine del giorno la «presa d'atto delle dimissioni del consigliere Corrado Cartoni ed elezione di un componente effettivo della sezione disciplinare con funzioni giudicanti di merito». Cartoni, esponente di Mi che era da giorni autosospeso, si è anche dimesso dal ruolo a Palazzo de' Marescialli. Interviene anche Magistratura democratica, per dirsi «estranea alle vicende emerse dalla stampa e che, qualora i refusi si dovessero ripetere, saremo costretti ad adire le vie legali per difendere l'onorabilità del gruppo che dirigiamo».

E in difesa del Quirinale interviene anche l'ex vicepresidente del Csm Giovanni Legnini: «Il presidente Mattarella non è mai intervenuto sulle nomine di magistrati ai vertici degli Uffici Giudiziari ed ha sempre garantito, l'autonomia del Csme dei suoi organi».

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