Coronavirus

Dai contagi ai vaccini: undici regioni in pole per riaprire a maggio

In "giallo" Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia, dove i casi calano e le immunizzazioni saranno più avanti. In bilico Piemonte, Toscana e Liguria

Dai contagi ai vaccini: undici regioni in pole per riaprire a maggio

Mezza Italia potrebbe essere già in giallo, se questo colore non fosse stato accantonato per tutto aprile. Lo dicono le cifre, che consentono di guardare finalmente con un po' di ottimismo alla primavera inoltrata, anche se la flessione della curva sta decisamente (e in modo preoccupante) rallentando. Attualmente solo quattro regioni sono in rosso: Valle d'Aosta, Puglia, Sardegna e Campania e solo quest'ultima potrebbe uscire da lunedì dal castigo in base ai dati che saranno oggi all'esame della cabina di regia, raggiungendo il resto dell'Italia in arancione. Al contrario la Basilicata e la Sicilia rischiano di vedersi mostrare il cartellino rosso.

Ma proiettiamoci avanti di un paio di settimane, vedendo in base alla curva dei contagi, ai dati ospedalieri e all'andamento della campagna vaccinale quali regioni saranno in pole position alla possibile ripartenza di lunedì 3 maggio (le decisioni saranno prese venerdì 30 aprile). Secondo le nostre proiezioni per allora potrebbero essere da giallo quasi certamente Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Molise e le province autonome di Trento e Bolzano, probabilmente Piemonte, Toscana, Liguria mentre in arancione potrebbero restare Campania, Sicilia, Puglia, Calabria, Sardegna, Basilicata e Val d'Aosta. Facciamo un focus sulle regioni più importanti.

Lombardia. Il numero di contagi sta scendendo, in due settimane si è passati da 274,6 a 161,8 contagi settimanali ogni 100mila abitanti, anche se la discesa è meno pronunciata negli ultimi giorni. Probabile che tra due settimane saremo attorno tra i 130-150. Scende anche l'occupazione delle terapie intensive, che oggi è del 55,2 per cento ma potrebbe scendere al 40-46 per cento il 30 aprile. Tra due settimane la Lombardia dovrebbe avere inoculato circa 3,2 milioni di dosi, il 16 per cento del totale.

Lazio. Qui la curva scende in maniera meno pronunciata, e dal 159,7 l'incidenza settimanale dei contagi dovrebbe arrivare a 130 e l'occupazione dei posti di terapia intesiva al 35 per cento. A fine aprile le dosi fatte saranno circa 1,8 milioni, pari al 15 per cento del totale.

Campania. I numeri qui ristagnano e tra due settimane dovremmo essere non molto sotto i 200 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. Le terapie intensive potrebbero essere occupate al 15-18 per cento. Le dosi di vaccino fatte 1,5 milioni (il 13 per cento).

Veneto. L'indice di contagio settimanale è a 137,4 e potrebbe essere sotto i 100 a fine aprile, quando le terapie intensive potrebbero essere occupate al 20 per cento. I vaccini datti allora dovrebbero essere 1,65 milioni (il 17 per cento).

Sicilia. Qui le cose vanno male, il trend è in crescita e non è pensabile che dai 188,32 contagi settimanali di oggi si possa scendere sotto i 170. Sta crescendo anche l'oocupazione delle terapie intensive che però resta bassa e tra due settimane dovrebbe essere attorno al 20 per cento. I vaccini fatti saranno 1,3 milioni (il 13 per cento).

Emilia-Romagna. Calo netto nelle ultime settimane, l'icidenza di contagio è attualmente al 180,4 e potrebbe scendere a 120-140. Le terapie intensive potrebbero essere occupate dal 32 al 34 per cento. I vaccini fatti saranno 1,6 milioni (il 18 per cento).

Piemonte. L'indice di contagio oggi è 214,1 e dovrebbe scendere a una forbice tra 150 e 170. I posti occupati in terapia intensiva dovrebbero scendere al 37-39 per cento. I vaccini fatti saranno 1,5 milioni (il 17,4 per cento).

Puglia. Qui l'incidenza dei contagi è ancora alta, 263,6 ogni 100mila abitanti e per fine aprile potrebbe essere ancora sopra a 200. Le terapie intensive potrebbero essere occupate ancora al 40 per cento e le dosi fatte sarebbero 1,1 milioni (il 14 per cento).

Toscana. L'incidenza dei contagi è al 207,9 e scende piano. A fine mese potrebbe attestarsi tra 150 e 170 e l'occupazione delle terapie intensive attorno al 38 per cento.

Le dosi fatte? 1,2 milioni (il 16 per cento).

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