È l'una e mezza passata al Quartier generale di En Marche!, ma la vera festa è appena cominciata. Quella in rue de l'Abbé Groult è esclusiva, ristretta ai soli membri della campagna. Al primo piano c'è un gazebo esterno. È qui che i volontari, mescolati con i quadri di En Marche!, portavoce, aspiranti politici e papabili candidati stanno festeggiando il trionfo di Emmanuel Macron. Il neo presidente ha appena lasciato il palazzo, resta la base. Quella che da un anno lavora per la maggior parte senza percepire un euro. Uno di loro è salito sul palco della piazza del Carrousel del Louvre saltando in un posto che forse non gli spettava: proprio dietro Macron e Brigitte. Lui è una delle facce dell'elezione di Macron, Morgan Simon, 31 anni, professione «pizzettaro» a Nantes.
Era previsto che salissi sul palco dietro al presidente eletto?
«No, è stato un azzardo. Abbiamo sentito la Marsigliese è andata così».
Quando ti sei messo in marcia?
«Dal primo giorno. Ero a Nantes, mi sono iscritto su Internet e tre settimane dopo ero in giro nella mia città a bussare alle porte: toc, toc, bonjour, on marche!».
Com'è che un ragazzo che gestisce due take away si ritrova a fare campagna per un politico semi-sconosciuto?
«Mi piaceva già Macron come ministro, ho pensato che stesse creando qualcosa di nuovo col suo movimento e volevo partecipare, non volevo perdere questa occasione».
Hai aderito on line?
«Sì, poi mi hanno telefonato: Ciao Morgan, oggi facciamo questa operazione per farci conoscere, vuoi venire?. Sono andato, e via. A Parigi ho iniziato quando c'è stato da preparare il grande meeting della Mutualité lo scorso 12 luglio (quello che a tre mesi dal lancio del movimento ha fatto conoscere Macron al grande pubblico, ndr). Vengo quando c'è bisogno, sono un volontario. Do una mano agli helpers, se ci sono eventi, logistica, cose così. Nel mio dipartimento locale, a Nantes, gestisco la squadra».
Cosa c'è dentro En Marche!?
«Ho trovato una nuova famiglia, degli amici, dinamismo e una Francia che vuole cambiare».
Cosa cerchi da En Marche! e cosa ti aspetti dal Quinquennato?
«Cerco la fraternità di tutti in questo Paese. Non c'è più destra, né sinistra. Vorrei che tutti si riconciliassero».
Macron ha detto che bisogna rispettare chi ha votato Le Pen e non fischiarli, voi avete contatti con i giovani del Front National?
«Parliamo, è importante parlare, bisogna parlarsi per costruire una Francia con tutti. Possiamo costruire qualcosa insieme. Mai fischiare, anzi provare a convincerli, dir loro che non siamo chiusi. Tutti quelli che ci vogliono raggiungere e sono progressisti sono i benvenuti».
E dopo il cambiamento?
«Non lo so, ma abbiamo fiducia in Emmanuel Macron perché quando dice qualcosa la fa».
Per chi hai votato nel 2007 e nel 2012?
«Ségolène Royal e poi François Hollande. Oggi, Macron».
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