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Dalle mascherine ai social. L'ennesimo scivolone del "professor Gaffe"

L'ex Oms prima criticava il governo, poi (ingaggiato da Speranza) lo ha difeso a oltranza. Sempre collezionando figuracce

Dalle mascherine ai social. L'ennesimo scivolone del "professor Gaffe"

Basta digitare «Ricciardi» su Google e mettersi comodi. C'è davvero da divertirsi. Anzi, no, da preoccuparsi. «Se aumenta, elezioni e scuola a rischio», Corriere. «Le discoteche hanno contribuito a diffondere il virus», Adnkronos. «Così impossibile riaprire gli stadi». Cioè, Gualtiero Ricciardi, detto Walter, 61 anni di Napoli, medico, designato da Gentiloni a rappresentare l'Italia nel cda dell'Oms per il triennio 2017-2020, nominato consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, per l'emergenza Covid 19, con tre sparate di fila ha sconquassato il Paese.

Ma la cosa grave è che le guasconate di Ricciardi, negli ultimi mesi, sono state tante e belle grosse. C'è da chiedersi se le cose che dice le pensi davvero o le affermi solo per farsi pubblicità. Perché sull'aspetto del marketing la sua strategia è vincente. Sarà forse il suo passato da attore di film di Mario Merola che lo fa essere così melodrammatico. Eppure non si sa come fa questo professore di Igiene alla Cattolica a tirarne fuori una dietro all'altra.

Fa capolino nella politica come responsabile della sanità in Italia Futura, la creatura mai nata di Luca Cordero di Montezemolo. Quando scoppia la pandemia, resta fuori dalla brigata di consulenti e tecnici che daranno vita alle task force governative. E ci rimane pure male. Oggi politicamente vicino a Calenda (cura il suo programma sulla sanità), mesi fa si è messo in mostra per un'intervista sulla Stampa in cui spara a zero contro l'azione di governo. All'inizio Ricciardi sostiene che il governo si è mosso tardi e male e che avrebbe dovuto, invece di bloccare i voli provenienti dalla Cina, mettere in quarantena chiunque provenisse da lì, come avevano fatto gli altri omologhi europei (affermazione che non trova alcun riscontro). Poco dopo però accetta di buon grado di diventare consigliere del ministro della Salute e si fa strenuo difensore dell'operato del governo. Agli esordi dell'epidemia, molti virologi di fama mondiale brancolano nel buio e si distinguono per affermazioni contraddittorie o avventate, smentite dai fatti. Vedi Capua («il caldo ci aiuterà»), Burioni («Italia a rischio zero») o Gismondo («poco più di un'influenza»).

Ricciardi, invece, tranquillo, continua ad inanellare una serie impressionante di gaffes. È il più strenuo oppositore della strategia dei tamponi a tappeto. Se ne uscì asserendo che se l'Italia faceva troppi tamponi sarebbe passata l'immagine del nostro Paese come untore d'Europa. «Il 95% dei contagiati guarisce», diceva ridimensionando la pericolosità del virus e sparando numeri campati in aria.

A più riprese dice che le mascherine per le persone sane «non servono a nulla». Persino l'Oms prende le distanze da lui, con un comunicato perentorio in cui si dichiara che le sue erano opinioni del tutto personali e non attribuibili all'organizzazione. Come quando condivise su Twitter un video di Michael Moore in cui si vedeva un cartonato di Trump preso a calci e pugni. Perché Ricciardi non esprime opinioni, ma lancia strali. Ha la smania di ritwittare articoli sui Paesi che più sono stati colpiti dal virus perché ne hanno sottovalutato l'impatto. Quasi ne sia compiaciuto.

Il luminare Ricciardi, poi, ci ha messo più di due mesi per scoprire «l'esistenza di un caso Lombardia». Il sistema di tracciamento (la app «Immuni») da lui studiato e incoraggiato, che doveva servire a isolare e circoscrivere i nuovi contagiati, essendo su base volontaria, è stata un disastro totale.

Dice che gli italiani sono «analfabeti funzionali» per l'epidemia pur ammettendo che il Paese si è fatto trovare impreparato. È fatto così: passa, con nonchalance, da una figuraccia all'altra, incurante delle critiche.

Adesso le ultime, su elezioni, scuole, discoteche e stadi.

Fermatelo.

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