Qui Italia Libera, comunicato numero uno. La nostra prima linea di resistenza consisterà nel ricostruire le retrovie del rispetto e della ragione, sotto attacco poliziesco anche con agenti provocatori. Raccomandiamo come azione di imporre il rispetto della verità. Avremo dei caduti, è nel conto. La verità, la riconoscerete: è rifugiata fra gli Oggetti Smarriti, a brandelli e derisa. Le televisioni, con poche ed eroiche eccezioni, hanno funzionato egregiamente come macellerie con uso massiccio di omissione, invenzione e manipolazione. Il pubblico è stato sottoposto a una dieta di scarti tossici che alla fine hanno prodotto Cittadini Geneticamente Modificati (Cgn). Una classe di giornalisti talvolta brillantissimi, ma sempre opportunisti, ha appeso il cappello ai ganci della macelleria vive come i Proci ai tempi di Ulisse. Hanno descritto senza contraddittorio un'Italia grottesca, con un retroscena fabbricato da professionisti sia nostrani che di fuori porta. Come prima fase della nostra resistenza dobbiamo mettere in crisi i luoghi comuni, tutti, il politicamente corretto, tutto, compresi come ieri si documentava qui slogan come quello del femminicidio, che degradano le donne manipolando i fatti.
Per ricostruire lo spazio sottratto alla libertà, occorre restituire spazio alla verità, parola oggi considerata arrogante e indecente. C'è poi da contrastare con blitz di derisione l'uso della lingua degradata a cicaleccio di riconoscimento tra formiche, affinché nessuno si azzardi a dire nulla.
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