I rapitori del francese sequestrato domenica in Algeria hanno reso pubblico ieri un video che mostra la sua decapitazione. A nulla sono servite le ricerche degli oltre 1.500 soldati algerini nelle montagne della Cabilia, in azione su un territorio montagnoso ostile e poco abitato. Hervé Gourdel, guida fotografica alpina di 55 anni, era stato sequestrato domenica mentre faceva trekking nel parco nazionale del massiccio del Djurdjura. Poche ore prima, in un video, un portavoce del cosiddetto Stato islamico, il gruppo estremista che agisce in Irak e in Siria, aveva incitato i sostenitori del movimento a uccidere «in qualsiasi maniera» cittadini dei Paesi della coalizione internazionale contro l'avanzata jihadista, nello specifico «gli sporchi e cattivi francesi».
Da New York, dove si trovava per l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente francese François Hollande ha confermato l'autenticità delle immagini. Nel suo intervento, in buona parte dedicato proprio alla terribile esecuzione, il capo dell'Eliseo ha però fermamente ribadito la volontà della Francia di andare avanti con le operazioni militari in Irak, nonostante la barbarica esecuzione. «Hervé Gourdel è morto perché era francese, perché il suo Paese, la Francia, combatte il terrorismo. Perché è un rappresentante di un popolo, il nostro (...) che difende la dignità umana contro la barbarie. La mia determinazione è totale. Continueremo a lottare contro il terrorismo ovunque», ha detto ai giornalisti pochi minuti prima di parlare davanti agli altri leader del mondo.
Il gruppo che ha firmato il sequestro della guida francese è poco conosciuto e per alcuni analisti cercava un'azione spettacolare capace di consegnargli peso nella galassia dei gruppi terroristici. Jund Al Khalifa, i soldati del califfato, in arabo, erano una cellula di Al Qaida nel Maghreb Islamico prima di iniziare a marzo a staccarsi dalla rete terroristica e formalizzare a luglio il sostegno al più giovane Stato islamico. Con un messaggio audio, Jund Al Khalifa ha presentato all'autoproclamato califfo Abu Bakr Al Baghdadi il servizio dei suoi «soldati in Algeria». Gourdel è il quarto occidentale a essere brutalmente giustiziato. Lo Stato islamico ha ucciso i giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff, l'operatore umanitario britannico David Haines. L'ostaggio francese è il primo a essere assassinato da un gruppo «alleato» allo Stato islamico e al di fuori della Siria. La morte è avvenuta solo pochi giorni dopo il sequestro. Lunedì, in un video in cui annunciavano la cattura di Gourdel, gli estremisti algerini hanno dato un ultimatum alla Francia: la fine dei raid dell'aviazione francese contro le postazioni dell'Isis in Irak o la morte dell'ostaggio. Parigi ha iniziato venerdì i bombardamenti a fianco dell'America e reagito alla richiesta di Jund Al Khalifa con fermezza.
Intanto ieri altri miliziani, stavolta filippini legati ad Al-Qaida, hanno rivolto analoga minaccia a Berlino: uccidere gli ostaggi tedeschi nelle loro mani da aprile se la Germania non ritirerà il sostegno agli Usa. E in serata anche dal Mali un segnale inequivocabile: un ostaggio tuareg rapito nei giorni scorsi da presunti miliziani dell'Aqim, ramo nordafricano di Al Qaida, è stato decapitato con l'accusa di essere una «spia dei francesi».
Da New York il presidente Hollande ha detto che «per quanto grave sia la situazione non cederemo ad alcun ricatto, alcuna pressione, alcun ultimatum, fosse anche il più odioso, il più abietto». Con gli stessi toni ha parlato il primo ministro Manuel Valls: «La Francia è una grande nazione che si assume le proprie responsabilità in Irak», ha spiegato.
Ma la tragica notizia dell'uccisione di Gourdel è destinata a sollevare polemiche in Francia, dove proprio ieri il Parlamento ha discusso l'intervento militare Se per il premier Valls il coinvolgimento di Parigi è saldo perché «serve a proteggere la Francia», visto che «sono in gioco interessi nazionali», sulle televisioni ieri in serata commentatori e analisti sollevavano questioni sull'appoggio del resto dei Paesi europei.
Proprio ieri il Belgio e l'Olanda hanno annunciato l'invio rispettivamente di sei e quattro aerei F-16 per partecipare alle operazioni della coalizione a guida americana in Irak, mentre il premier britannico David Cameron ha anticipato su Twitter che venerdì il Parlamento si riunirà per discutere la richiesta di intervento (aereo) del governo iracheno a Londra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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