Gian Maria De Francesco
Roma Eutanasia, strapotere dei magistrati e, soprattutto, tante tasse. Questo è ciò che attende i cittadini italiani se il governo gialloverde resterà al proprio posto nei prossimi mesi ove rafforzato dall'esito delle elezioni europee.
Le commissioni riunite Giustizia e affari sociali della Camera, da settimane, stanno svolgendo un serrato calendario di audizioni su una proposta di legge di iniziativa popolare e su una del pentastellato (autosospeso causa rimborsi e quindi nel Misto) Andrea Cecconi che consente al paziente di ordinare al medico il trattamento eutanasico in determinate condizioni. In tali circostanze, perciò, il personale sanitario non sarebbe perseguibile per il reato di omicidio. La sacralità e l'indisponibilità della vita umana sarebbero, pertanto, un mero ricordo. D'altronde, non c'è da attendersi molto da un governo che pensa di introdurre l'obbligo flessibile (un ossimoro) per le vaccinazioni con il ddl 770 del ministro Giulia Grillo.
E di questo esecutivo, che inanella un pasticcio dietro l'altro fa parte anche il Guardasigilli Alfonso Bonafede che intende portare avanti la propria riforma del processo civile e penale e da tempo accusa la Lega di fare melina. D'altronde, il Carroccio qualche buona ragione per traccheggiare ce l'ha considerato che l'entrata in vigore della riforma renderebbe esecutivo l'allungamento dei tempi della prescrizione che di fatto consentirebbe ai giudici di tenere un imputato ad libitum a bagnomaria. Ma di cosa tratta questa riforma procedurale? Per quanto riguarda la giustizia civile, a parte lo snellimento della fase dell'acquisizione documentale, l'accelerazione si fonda su un'estensione delle preclusioni (ossia la limitazione delle facoltà delle parti durante il dibattimento) e sulla oralità delle decisioni. Con il pronunciamento a voce del giudice la sentenza è subito efficace, ma per l'avvocato è anche più difficile appellarsi. Molto peggio nel penale dove si pensa di rendere inappellabili le sentenze per le quali sia prevista solo una pena pecuniaria, mentre il sovraffollamento dei tribunali si dovrebbe risolvere favorendo il ricorso ai riti alternativi, con le maggiori rinunce sono a carico della difesa.
La parola «fine», tuttavia, dovrebbe essere scritta in ambito economico in quanto il governo Conte sta conducendo l'Italia nel baratro della stagnazione. Il vicepremier Salvini conta molto su un'affermazione del fronte sovranista alle Europee per evitare che l'Italia finisca nuovamente sul banco degli imputati a Bruxelles. Con un deficit/Pil al 2,5% e un debito/Pil che veleggia verso il 133,7% quest'anno sarà molto difficile. La conseguenza più immediata dovrebbe essere l'innesco delle clausole di salvaguardia su Iva e accise che per il 2020 valgono 23,1 miliardi, una mazzata ineludibile se si pensa di attuare provvedimenti come la flat tax in deficit. Sarebbe «il colpo di grazia per l'economia italiana» ha commentato il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci sottolineando che «i consumi sarebbero destinati a fiaccarsi sensibilmente».
Questo scenario preoccupa il ministro dello Sviluppo (si fa per dire), Luigi Di Maio, solo esteriormente. Altrimenti non considererebbe plausibile un atto come il decreto Famiglia con sconti per i genitori su pannolini, latte, babysitter e asili nido ma senza copertura in quanto finanziati con i risparmi del reddito di cittadinanza che non sono quantificabili. In fondo, per il M5s la sostenibilità di ogni misura non è una priorità. Basti pensare al reddito minimo da 9 euro lordi l'ora che si vuole introdurre per legge.
«L'aumento salariale determinerebbe uno spostamento di 10,8 miliardi di euro dal capitale al lavoro», ha detto Pasquale Tridico, presidente pentastellato dell'Inps, già favorevole a ridurre l'orario di lavoro a parità di salario. Il marxismo non è mai stato così vivo come oggi in Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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